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concentrata in due nuclei nell'Isontino e nel Muggesano con collegamenti
dovuti alla presenza di stagni carsici. Cresce come pioniera lungo fossi,
canali e stagni, ma anche in coltivi, purché con suoli argillosi umidi. Per
l'alto contenuto in silice era usata per lucidare oggetti in metallo. Il nome
generico deriva dal latino 'equus' (cavallo) e 'seta' (pelo), e significa 'coda
di cavallo'; il nome specifico in latino significa 'dei campi arati'. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di sporificazione: marzo-maggio.
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Piante con fiori. Parti terminali dei fusti (cladodi)
aghiformi, simili a foglie
102
102
Pianta sempreverde con foglie (in realtà fusti simili a foglie: cladodi) rigide e pungenti
Asparagus acutifolius L.
Specie stenomediterranea presente in quasi tutta Italia, salvo che in Valle
d'Aosta e Piemonte, dal livello del mare ai 1300 m circa. Nella nostra
regione è diffusa soprattutto nella parte orientale, dalla costa fino alla
conca di Tolmezzo ove è però rara; è frequente in Carso, soprattutto sui
versanti meridionali, ove sottolinea gli aspetti più caldi dei margini di
bosco, sia su calcare che su flysch come nel Muggesano. I germogli
giovani sono commestibili previa cottura; dopo il consumo si forma un
metilcaptano, che viene eliminato con le urine, conferendo loro un odore
penetrante. I frutti sono tossici. Il nome generico deriva probabilmente
dall'antico persiano 'asparag' (germoglio, punta), oppure dal greco 'speìro'
(semino), che con l'alfa privativo sta ad indicare la facilità di con cui la
pianta si moltiplica per via vegetativa; il nome specifico si riferisce ai
cladodi rigidi e pungenti. Forma biologica: geofita rizomatosa/
nanofanerofita. Periodo di fioritura: agosto-settembre.
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Pianta non sempreverde con cladodi molli
Asparagus tenuifolius Lam.
Specie pontico-mediterranea presente in quasi tutta Italia, salvo che in
Basilicata e Sardegna, con optimum nella fascia submediterranea. Nella
nostra regione è piuttosto frequente sino alla fascia montana inferiore,
salvo che nelle Alpi; è diffusa e localmente comune in Carso
rarefacendosi nel Monfalconese-Goriziano. Tipica delle boscaglie decidue
aperte, ha l'optimum su substrati calcarei. I germogli giovani sono
commestibili previa cottura; dopo il consumo si forma un metilcaptano,
che viene eliminato con le urine, conferendo loro un odore penetrante. Il
nome generico deriva probabilmente dall'antico persiano 'asparag'
(germoglio, punta), oppure dal greco 'speìro' (semino), che con l'alfa
privativo sta ad indicare la facilità di con cui la pianta si moltiplica per via
vegetativa; il nome specifico si riferisce ai cladodi molli e sottili. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio, luglio-
settembre.
103
Foglie opposte
104
103
Foglie non opposte
190
104
Foglie non intere
105
104
Foglie intere
121
105
Pianta lianosa, rampicante o volubile
Clematis vitalba L.
Specie europea presente in tutta Italia dal livello del mare sino alle
faggete termofile montane. Nella nostra regione è ampiamente diffusa; in
Carso è presente ovunque. Nelle boscaglie può formare intrichi
impenetrabili, soprattutto in forre fresche ed umide. Appare, spesso con
l'edera, anche in ambienti urbani. Ha la capacità di aggrapparsi e
arrampicarsi su alberi e arbusti, spesso danneggiandoli per l'abbondante
sviluppo fogliare. Con il rovo ricopre spesso i muretti secchi del Carso,
nell'estremo stadio di degradazione del mantello forestale. La pianta è
tossica in tutte le sue parti per la presenza di protoanemonina. In passato
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