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Foglie più lunghe di 10 cm, con denti acutissimi
Acer platanoides L.
L'acero riccio è un albero europeo presente in tutta Italia salvo che in
Puglia e Sardegna, con optimum nelle fasce collinare e montana inferiore.
Cresce nei boschi, soprattutto in quelli di forra, su suoli argillosi profondi,
umiferi e molto freschi. La pianta può vivere fino a 500 anni. La cultivar
'Crimson King', dal fogliame arrossato, è una delle più note e utilizzate a
scopo ornamentale. Il legno, come quello degli altri aceri europei, è duro,
compatto e flessibile; si utilizza per tavole, mobili, pannelli, strumenti
musicali, lavori al tornio. Il nome generico era già in uso presso i Romani,
e deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la forma dei denti
fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il legno di
alcune specie europee, molto compatto ed elastico, era usato per la
fabbricazione di lance; il nome specifico allude alla somiglianza delle
foglie con quelle del platano; il nome comune 'acero riccio' deriva dalla
foglia palmata, che ha apici appuntiti, allungati e margini dentati. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Pianta con rami spinosi. Fiori arancioni
Punica granatum L.
Il melograno è originario delle regioni asiatiche sud-occidentali come
l'Iran, ma si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, ove si è a volte
naturalizzato, dal livello del mare agli 800 m. È segnalato come specie
avventizia in quasi tutta Italia, salvo che in Valle d'Aosta e Sicilia. Viene
coltivato per il frutto edule, o come pianta ornamentale nei giardini, grazie
alla spettacolare fioritura estiva rosso-aranciata; ne esistono varietà solo da
fiore e una varietà nana, molto utilizzata per composizioni verdi. Sin
dall'antichità vengono attribuiti al melograno numerosi significati
simbolici: nella mitologia un frutto di melograno fu donato da Paride a
Venere; nella tradizione ebraica e cristiana è simbolo di speranza, fertilità
ed eternità. Ha diversi utilizzi: dal succo del frutto si ricava la granatina,
uno sciroppo fermentato per produrre cordiali, dolciumi e marmellate; la
scorza e i fiori sono impiegati in medicina per le proprietà astringenti; il
tannino è utilizzato nella concia delle pelli. Il nome generico deriva da
'punicus', che indicava al tempo degli antichi Romani la provenienza dei
frutti dalla regione costiera della Tunisia, dove si trovava Cartagine; il
nome specifico allude alla presenza dei numerosi semi dal rivestimento
rosso all'interno del frutto, simili a granati. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Piante senza spine. Fiori di altro colore
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Foglie almeno 5 volte più lunghe che larghe, con forte odore di lavanda
Lavandula angustifolia Mill. subsp. angustifolia
Specie mediterranea a baricentro occidentale, in Italia coltivata quasi
ovunque ma presente allo stato spontaneo in poche regioni,
prevalentemente lungo le coste tirreniche della Penisola. Cresce in macchie
basse e garighe su substrati prevalentemente silicei. Viene coltivata sia
scopo ornamentale che per l'estrazione degli olii essenziali ampiamente
usati in profumeria. Gli antichi Greci chiamavano questa pianta Nardo,
alludendo alla città siriana di Naarda: era una delle erbe sacre usate nel
tempio di Gerusalemme (il Nardo è menzionato più volte nella Bibbia,
come ad es. nel Canto di Salomone). Conosciuta fin dai tempi più antichi
per le proprietà antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie, è
considerata un blando sedativo. Il nome generico allude all'antico uso per
profumare i vestiti appena lavati, quello specifico alle foglie strette e sottili.
Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Foglie meno di 5 volte più lunghe che larghe, senza odore
di lavanda
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