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Foglioline a margine dentato. Fiori a simmetria raggiata. Frutto carnoso
Rosa spp. (cultivars)
Il genere
Rosa
è diffuso in quasi tutto il globo. Le rose spontanee, da cui
sono derivate le rose coltivate, si sono sviluppate nelle regioni dell'emisfero
boreale e hanno fiori con cinque petali. Le più importanti fra le rose antiche
da giardino hanno avuto origine da
R. gallica
L. (l'unica fra le rose antiche
con petali rossi),
R. phoenicea
Boiss.,
R. canina
L., e altre entità
comunemente riunite sotto il nome di
R. moschata
s.l. L'introduzione di
R.
chinensis
Jacq. in Inghilterra, verso la fine del 1700, ha determinato una
totale rivoluzione nella coltivazione delle rose, tanto che il 1800 può essere
considerato la linea di demarcazione fra le rose antiche da giardino e quelle
moderne. Dall'ibridazione delle rose cinesi con
R. gallica
,
R. damascena
,
R. alba
e
R. moschata
sono derivate le rose moderne da giardino, che
presentano il fenomeno della rifiorenza (legata ad un gene recessivo
introdotto nelle rose moderne dalle rose cinesi). In particolare, le Rose Tè
(rose con il profumo di tè) hanno concorso alla produzione di una vasta
gamma di colori. Il nome generico deriva dal latino 'rosa', dal greco 'rodon',
con identico significato.
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Pianta lianosa, rampicante
Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.
Liana avventizia di origine nordamericana, ne è documentata la presenza in
Italia dal 1642. È presente in quasi tutta Italia, salvo che in Molise, dal
livello del mare agli 800 m circa. Utilizzata a scopo ornamentale per
coprire muri o pergolati e spesso transfuga dai giardini, si è naturalizzata
così bene da diventare invadente. Cresce su macerie e muri, lungo viottoli
ed in discariche. I frutti contengono acido ossalico, moderatamente tossico
per l'uomo ma non per gli uccelli. Il nome generico deriva dal greco
'parthenos' (vergine) e 'kissos' (edera), significa quindi 'edera vergine'; il
nome specifico allude alle foglie composte con cinque foglioline. Forma
biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: giugno.
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Alberi o arbusti
40
40
Foglioline fortemente odorose se sfregate tra le dita, almeno alcune più lunghe di 5 cm.
Fiori senza petali
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia occidentale,
introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico (archeofita) e spesso
subspontaneo in quasi tutta l'Italia dal livello del mare ai 1200 m circa.
Cresce in boschi e boscaglie disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi,
umiferi e freschi. Il legno, di colore bruno scuro, è pesante, durevole e con
belle venature, ed è impiegato nella fabbricazione di mobili di pregio. Con
il mallo di frutti acerbi, da raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno
di San Giovanni Battista, si prepara il liquore 'nocino'. I semi sono
largamente utilizzati nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio
alimentare impiegato anche nelle industrie di vernici, di colori e in
profumeria. Le radici contengono lo juglone, una sostanza che può
avvelenare gli alberi circostanti. Può vivere fino ai 600 anni e il suo tronco
può raggiungere i 2 m di diametro. Il nome generico deriva dal latino 'Jovis
glans' (ghianda di Giove); quello specifico significa 'regale' ed allude
anch'esso a Giove, il re degli dei. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglioline non odorose, tutte più brevi di 5 cm. Fiori bianchi, con petali
Robinia pseudoacacia L.
Specie di origine nordamericana, introdotta a Parigi dal Canada nel 1601 e
poi diffusasi ampiamente con tendenza submediterraneo-continentale. In
Italia è comunissima dal livello del mare alla fascia montana inferiore.
Cresce sempre in ambienti disturbati come scarpate, margini stradali,
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