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Foglie adulte glabre o con peli rugginosi di sotto. Fiori ermafroditi, con petali. Frutto
carnoso
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-orientale; è
stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell
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Europa nel XVI secolo. In
Italia, ove la sua presenza è documentata dal 1558, è ampiamente diffuso a
scopo paesaggistico-ornamentale soprattutto per siepi sempreverdi, grazie
alla sua robustezza ed adattabilità alle potature frequenti. Tende raramente
a spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato come specie
avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle d'Aosta e Friuli
Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi recenti in Campania),
dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le parti della pianta contengono
elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione tossica. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta; quello
specifico allude alle foglie che richiamano quelle dell'alloro e ai frutti che
richiamano le ciliegie. Forma biologica: fanerofita scaposa/fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie spatolate (più larghe nella metà apicale)
Pittosporum tobira (Thunb.) W.T. Aiton
Il pittosporo è originario dal Giappone meridionale; dal 1820 ne è
documentata la presenza in Italia, ove è ampiamente utilizzato lungo i
litorali e nelle zone con clima mite. Viene piantato come arbusto
ornamentale e per formare siepi lungo le coste poiché è molto resistente
alla salinità. Nel Giardino di Monfalcone sono presenti sia una cultivar con
foglie verdi che una cultivar con foglie variegate. Il nome generico deriva
dal greco 'pitta' (pece) e 'sporos' (seme), e significa 'semi a rivestimento
resinoso', alludendo al fatto che i semi delle piante appartenenti a questo
genere sono ricoperti da una sostanza appiccicoso-resinosa; il nome
specifico deriva dal nome popolare in giapponese 'tobera'. Forma biologica:
fanerofita scaposa/ nanofanerofita. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Foglie non spatolate (più larghe verso il centro)
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Foglie più lunghe di 10 cm, verdi di sotto
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-orientale; è
stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell
'
Europa nel XVI secolo. In
Italia, ove la sua presenza è documentata dal 1558, è ampiamente diffuso a
scopo paesaggistico-ornamentale soprattutto per siepi sempreverdi, grazie
alla sua robustezza ed adattabilità alle potature frequenti. Tende raramente
a spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato come specie
avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle d'Aosta e Friuli
Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi recenti in Campania),
dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le parti della pianta contengono
elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione tossica. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta; quello
specifico allude alle foglie che richiamano quelle dell'alloro e ai frutti che
richiamano le ciliegie. Forma biologica: fanerofita scaposa/fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie più brevi di 10 cm, grigio-pelose di sotto
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante nei residui
boschi di sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi decidui
o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in
scheletro. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto duro e
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