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pedemontane, e che può sopportare anche quantità scarse di ossigeno disciolto. Durante l’inverno generalmente tende
ad affossarsi in substrati fangosi ma si adatta anche alla presenza di scogli e rocce dove può trovare rifugio. Presente
anche nei laghi.
Biologia riproduttiva
Specie migratrice catadroma; gli adulti lasciano le acque dolci in cui si sono
accresciuti e si spingono fino alle zone più profonde del Mar dei Sargassi, nell’Atlantico, per riprodursi. La deposizione
delle uova avviene tra marzo e aprile, poi gli adulti muoiono. Le uova pelagiche si schiudono e le larve dell’anguille,
dette leptocefali, sono trasparenti, hanno una forma simile ad una foglia di salice e non nuotano in modo efficace. Così
le correnti trasportano passivamente i leptocefali, per un periodo che può variare da 1 a oltre 2 anni, fino alle acque
costiere e poi verso i fiumi dell’Africa settentrionale e dell’Europa, anche attraverso il Mediterraneo. A questo punto
inizia la fase di accrescimento in acqua dolce, in cui le giovani anguille, dette cieche, trasparenti e abili nel nuoto
risalgono i fiumi. Presto il loro corpo si pigmenta e prendono il nome di anguille gialle o ragani. In questa fase
passeranno la maggior parte della loro vita, continuando ad accrescersi per diversi anni (3-9 anni nei maschi, 3-14 anni
nelle femmine), fino a quando saranno pronte a riprodursi e inizieranno a fare ritorno al mare. In quest’ultima fase
assumono tonalità argentate e subiscono un considerevole aumento di peso dal momento che accumulano più riserve
energetiche possibili (grasso) per affrontare la migrazione riproduttiva. Alla fine dell’estate, con picchi a settembre-
ottobre, partono per il Mar dei Sargassi, nell’Oceano Atlantico, ed è durante questo lungo tragitto che le anguille
raggiungono la maturità sessuale completa. All'arrivo le anguille iniziano il processo di ricerca del compagno e di
accoppiamento. Di questa fase non si conosce quasi nulla ma sembra probabile che si accoppino in profondità, fino a -
1000 metri. Dopo la riproduzione, gli adulti muoiono e le larve neonate vengono trasportate dalla corrente del Golfo e
del Nord Atlantico nuovamente verso le coste dell'Europa e Nord Africa.
Alimentazione
Pesce predatore che, in
relazione alla taglia raggiunta, si ciba di piccoli crostacei e molluschi, ma anche di pesci. Caccia al calar del sole e di
notte, favorito dal senso dell’olfatto molto sviluppato che gli permette di individuare il cibo anche al buio.
Autoctonia e
norme di tutela
Specie autoctona; benché non sia soggetta a nessuna norma specifica di protezione, il suo commercio è
strettamente regolamentato dalla CITES (
Convention on International Trade in Endangered Species
) che la ritiene
quindi una specie potenzialmente a rischio.
Aphanius fasciatus
(Valenciennes, 1821)
NONO
Dimensioni e caratteri distintivi
Pesce di piccole dimensioni; la lunghezza
totale massima raggiunta dalle femmine non supera i 7 cm mentre i maschi sono
più piccoli ma più colorati (pinne color giallo acceso e pinna dorsale bordata di
nero). La bocca è disposta diagonalmente, con l’apertura rivolta verso l’alto.
Distribuzione
È presente nelle zone lagunari di tutta l’Italia insulare e
peninsulare.
Habitat preferenziali
Vive in acque basse a salinità anche molto
elevata, con poca corrente e ricche di vegetazione. Può spingersi di rado anche
in acque fluviali. Sopporta bene anche sbalzi di temperatura e condizioni di
ipossia (carenza di ossigeno nell’acqua).
Biologia riproduttiva
La maturità
sessuale si completa entro il 1° anno di età. La riproduzione ha luogo tra marzo
e giugno. La femmina depone le uova in piccoli gruppi, facendole aderire alla vegetazione sommersa, e tra i maschi si
sviluppa una forte competizione per fecondarle; il maschio reagisce allo stimolo visivo della femmina matura (ventre
rigonfio di uova) cercando di farla allontanare dal gruppo.
Alimentazione
Si nutre di plancton e di macroinvertebrati
come piccoli crostacei.
Autoctonia e norme di tutela
È inserita nella Lista Rossa dei Pesci d’acqua dolce indigeni in
Italia tra le specie “vulnerabili”. A livello europeo è presente nella Direttiva 92/43/CEE in allegato II e tutelata, in
quanto specie assolutamente protetta, dalla Convenzione di Berna (all. II).
Arnoglossus laterna
(Walbaum, 1792)
SUACIA o ZANCHETTA
Dimensioni e caratteri distintivi
Pesce piatto di taglia ridotta, risulta comune
attorno ai 10-12 cm, ma può raggiungere eccezionalmente i 25 cm. Color sabbia
con disegni poco contrastati, cute sottile e delicata.
Distribuzione
Diffusa in
tutto il Mediterraneo, piuttosto comune in Adriatico.
Habitat preferenziali
Vive su fondali fangoso-sabbiosi entro i 200 metri di profondità, anche misti e
detritici, in cui si insabbia sporgendo solo con gli occhi. Tollera bene salinità
variabili e, specialmente nella fase giovanile, può spingersi in acque lagunari e
salmastre.
Biologia riproduttiva
Il ciclo vitale dei pesci piatti , che
comprendono anche sogliole, passere e rombi, è molto affascinante e prevede
una metamorfosi. Alla schiusa, infatti, le larve sono pelagiche (vivono in
colonna d’acqua, lontano dal fondo) e hanno simmetria bilaterale (un occhio per lato e nuoto normale); crescendo
avviene la metamorfosi: un occhio comincia a migrare verso il lato opposto, vicino all’altro occhio, la bocca si storce e
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