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XIX secolo e viene frequentemente coltivato nei parchi; è segnalato
come specie avventizia in Sicilia e Sardegna. Il legno, il più pregiato tra
quello dei cedri, è bruno, molto odoroso ed è durevole e resistente agli
agenti atmosferici. L'albero vive più di 500 anni. Il nome generico deriva
dal termine greco 'kédros', che indicava una conifera non meglio
identificata; il nome specifico e quello comune (cedro dell'Atlante)
derivano dalla zona di origine, la catena dell'Atlante in Nord-Africa.
Forma biologica: fanerofita scaposa.
Cedrus deodara
(Roxb.) G. Don
Il cedro dell'Himalaya è una specie originaria dalle catene occidentali
dell'Himalaya (Afghanistan, Pakistan, Kashmir, India nord-occidentale)
dove vive tra i 1000 e i 2800 m. Fu introdotto in Europa a scopo
ornamentale nel 1822 ed è oggi ampiamente utilizzato come albero
ornamentale in grandi parchi e giardini, ma solo in aree con inverno mite;
a Roma è diffusissimo e a Villa Torlonia è rappresentato da esemplari di
grandi dimensioni. In Italia è segnalato a partire dal 1828, ed è oggi è
presente con più varietà; appare anche allo stato subspontaneo come
specie avventizia in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e
Campania. Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a ─20°C)
eliminarono gran parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei luoghi
d'origine il legno era storicamente usato per costruire templi, idoli e
oggetti sacri. La specie è abbastanza sensibile agli inquinanti atmosferici. Il nome generico deriva dal termine greco
'kédros', che indicava una conifera non meglio identificata; il nome specifico deriva dal sanscrito 'devadāru' o
'devodara' (albero degli dèi), in riferimento alla sua imponenza e all'utilizzo del legno. Forma biologica: fanerofita
scaposa.
Cercis siliquastrum
L. subsp.
siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è presente in
quasi tutta Italia (salvo che in Valle d'Aosta e Liguria, e segnalato
erroneamente in Piemonte) allo stato spontaneo o come pianta avventizia.
Viene spesso coltivato in parchi e giardini con una certa tendenza a
inselvatichirsi e grazie alla sua frugalità può essere impiegato come
pianta pioniera nei rimboschimenti. Allo stato subspontaneo cresce
presso le aree urbane in siepi e boschetti disturbati, su suoli di solito
calcarei, ricchi in scheletro e aridi d'estate, dal livello del mare agli 800 m
circa. La pianta presenta il fenomeno della 'caulifloria', frequente negli
alberi tropicali ma raro nella nostra flora, con fiori e frutti che originano
direttamente dal tronco e dai rami. Il nome del genere deriva dal greco
antico 'kerkis' (navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il
nome specifico, che deriva dal latino 'siliqua', si riferisce alla forma allungata del legume. Il nome comune è 'albero di
Giuda'; tale nome è probabilmente una storpiatura di 'albero della Giudea' (regione in cui era molto diffuso); secondo
la tradizione popolare, Giuda si sarebbe impiccato su quest'albero. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
Chamaerops humilis
L.
La palma nana è l'unica palma spontanea in Italia. In natura cresce nella
macchia mediterranea, e da noi è diffusa soprattutto lungo le coste
tirreniche, mentre altrove viene spesso coltivata a scopo ornamentale. Gli
esemplari dell'Orto Botanico di Padova, che raggiungono dimensioni
ragguardevoli, sembra siano stati piantati nel 1585 e vengono chiamati
anche 'palma di Goethe', in quanto furono citati dal grande scrittore
tedesco nella sua importante opera dedicata alla metamorfosi delle
piante. Questa specie data la sua adattabilità è molto usata nella città di
Roma come pianta da arredo in ville, parchi storici, persino in aiuole
spartitraffico. In luoghi dove è stata rilevata la presenza della volpe si è
notato un incremento nella diffusione della palma nana; sembra infatti
che la volpe sia ghiotta dei datteri della palma i cui semi vengono sparsi
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