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portamento. Il nome generico deriva dal greco 'kydonéa' (cotogno) per la
somiglianza delle foglie di alcune specie con quelle del melo cotogno
(molto pelose di sotto); quello specifico allude alle foglie simili a quelle
di alcuni salici. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura:
giugno-luglio.
Cupressus sempervirens
L.
Il cipresso comune è un albero originario dell'Asia Minore e del
Mediterraneo orientale, da tempi antichissimi molto utilizzato in Italia sia
a scopo ornamentale sia negli impianti di rimboschimento, ma senza
alcuna tendenza a spontaneizzarsi. Fu introdotto in Italia in tempi
antichissimi, forse dai Greci, e poi diffuso soprattutto in Umbria e in
Toscana dagli Etruschi dove ormai è divenuto una parte importante ed
essenziale del paesaggio colturale. In alcune isole dell'Egeo è possibile
osservare questi alberi crescere sulle coste rocciose a pochi metri dal
mare (Isola di Scorpios). Pianta poco esigente dal punto di vista della
cura, può raggiungere una considerevole età. Tollera la siccità e si adatta
a qualsiasi terreno, ma è soggetto a malattie crittogamiche e a parassiti
animali: il fungo
Coryneum cardinale
Wag. ha minacciato l'esistenza dei cipressi italiani. Il cipresso è ampiamente
coltivato per il suo portamento, che lo rende adatto alla realizzazione di giardini all'italiana e alberature stradali, siepi
frangivento e rimboschimenti. Le foglie, i rami e le pigne hanno impiego officinale, dalla corteccia si ricava per
distillazione un olio essenziale usato in profumeria. Il legno, particolarmente resistente, era utilizzato sin da tempi
antichi per le costruzioni navali, la costruzione di casse e cornici nonché di porte e portoni come le prime porte della
basilica di San Pietro. Il nome del genere è quello comune presso i Romani, derivato dal greco 'kypárissos', che
origina da 'kuo' (io genero, produco germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento all'accrescimento simmetrico
della pianta. Il nome specifico in latino significa 'sempreverde'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-maggio.
Hedera helix
L. s.l.
L'edera è una liana con distribuzione mediterraneo-atlantica comune in
tutte le regioni d'Italia. Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi,
di cui raggiunge la chioma in siti umidi, formando intrichi con
Clematis
vitalba
ed altre liane, dal livello del mare sino alle faggete termofile della
fascia montana inferiore. Mostra marcata eterofillia, cioè la forma delle
foglie dei rami vegetativi è molto diversa da quella delle foglie dei rami
fioriferi. È comunemente coltivata come pianta ornamentale, come
tappezzante di terreni molto ombreggiati e per ricoprire muri o pergolati.
Ne esistono numerosissimi ibridi e cultivar che differiscono per forma,
dimensioni e colore delle foglie (frequenti sono quelli a foglie variegate).
A Villa Torlonia si possono trovare sia la forma selvatica che alcuni
cultivar ornamentali. La pianta è tossica se ingerita (saponine
triterpeniche ed alcaloidi) e il contatto con le foglie può originare reazioni fotoallergiche. Il nome generico è
assonante con 'hadaéreo' (io aderisco); quello specifico in greco significa 'attorcigliamento', alludendo al modo che ha
la pianta di attorcigliarsi 'ad elica' ai supporti. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: settembre-
ottobre.
Laurus nobilis
L.
L'alloro è un albero sempreverde a distribuzione mediterraneo-atlantica, di antica introduzione in Italia settentrionale,
ove anche grazie ai merli che ne diffondono i semi è diffuso anche allo stato subspontaneo. È presente in tutte le
regioni d'Italia (in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia come pianta avventizia). Cresce
in stazioni soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera ed il pungitopo forma piccole oasi di laurofille sempreverdi,
soprattutto su substrati arenacei freschi, dal livello del mare agli 800 m circa. Le foglie sono notissime come
condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso impiegato in profumeria. L'olio di lauro, estratto dai semi,
è un componente dell'olio laurino, utilizzato contro i dolori reumatici. La pianta è tradizionale simbolo di gloria e di
affermazione: la 'laurea' deriva da essa il suo nome. Il nome generico, assonante con il celtico 'lauer' (sempreverde) e