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Pianta attaccata ai rami ed ai tronchi degli alberi
Viscum album L. s.l.
Il vischio è una pianta eurasiatica presente in tutte le regioni d'Italia al di
sotto della fascia montana superiore. La distribuzione regionale si
concentra sul settore alpino propriamente detto, con isolate stazioni sulle
Prealpi e sul Carso triestino, ove la specie è rarissima. Cresce come
emiparassita di numerosi alberi, soprattutto latifoglie come ad esempio
pioppi, querce, tigli, olmi, noci, meli, ma anche di conifere. La pianta è in
grado di compiere la fotosintesi, ma necessita di acqua, sali minerali e
soprattutto composti azotati ottenuti dalla pianta ospite tramite austori che
si infiltrano nei suoi tessuti. Tutte le parti del vischio possono risultare
tossiche; le bacche, soprattutto, sono pericolose per i bambini; l'azione
tossica dipende dalla presenza di viscumina (sostanza capace di provocare
agglutinazione dei globuli rossi) e di alcuni peptidi. Dalle bacche si estrae
la 'pania ' usata per catturare gli uccelli (oggi fuorilegge). Il nome generico
probabilmente deriva dal latino 'viscidus' per il succo appiccicoso
contenuto nelle bacche; il nome specifico allude al colore bianco dei frutti.
Forma biologica: fanerofita epifita. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Piante radicanti al suolo
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Foglie aghiformi o squamiformi
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Foglie non aghiformi né squamiformi
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Foglie squamiformi
Tamarix gallica L.
La tamerice comune è una specie mediterraneo-atlantica con areale centrato
sulle coste del Mediterraneo occidentale, è presente in quasi tutta Italia,
salvo che in Valle d'Aosta, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Umbria e forse
Abruzzo (avventizia nelle Marche), dal livello del mare agli 800 m circa.
Cresce in greti di torrenti, su sabbie umide subsalse. Visti i suoi habitat
costieri, è una pianta resistente alle inondazioni di acqua salmastra. Viene
coltivata sia per il consolidamento dei terreni sabbiosi che per formare
barriere frangivento in aree costiere. Grazie alla ricca e vistosa fioritura
viene utilizzata a scopo ornamentale. Il legno in passato era utilizzato per la
fabbricazione di pipe. Può vivere fino a 100 anni circa. Il nome generico
pare provenire da quello del fiume pirenaico spagnolo Tàmaris (o Tambro)
o dai Tamarici, popolo dei Pirenei. Questi termini sono però assonanti
anche con l'arabo 'tamár' (palma) e con l'ebraico 'tamaris' (scopa), ed in
effetti un tempo i ramoscelli di questa pianta venivano impiegati come
ramazza; il nome specifico deriva dal latino e allude alla sua presenza
lungo le coste della Francia (Gallia). Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Foglie aghiformi
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Foglie con una striscia chiara di sopra
Juniperus communis L.
Il ginepro comune è un arbusto eurasiatico presente in tutta Italia, dal
livello del mare ai 1500 m circa (raramente più in alto). Nella nostra
regione è diffuso, con lacune in pianura, sino alla fascia montana, più in
alto vicariato dalla subsp.
alpina
, mentre la var.
intermedia
è presente
nell'Istria montana e nelle Prealpi friulane; in Carso è comune quasi
ovunque. Cresce in arbusteti pionieri o in boschi molto aperti in cui la sua
frequenza aumenta con la profondità dei suoli e con l'altitudine, su suoli
argillosi da subaridi a freschi, spesso decalcificati e quindi da neutri a
subacidi. Il legno duro e compatto è ricercato per lavori di ebanisteria e per
la costruzione di utensili. Con i galbuli si aromatizzano le acquaviti di
cereali, ottenendo il famoso 'gin'. I galbuli possiedono anche proprietà
balsamiche e sono utilizzati nelle affezioni delle vie respiratorie e urinarie.
Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di origine controversa:
forse deriva dal latino 'iùnix' (giovenca) e 'pàrio' (do alla luce), alludendo al
fatto che una delle specie (
Juniperus sabina
L.) veniva somministrata alle
vacche per favorire il parto, oppure da 'iùnior' (più giovane) e 'pàrio' (do