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asparagi. In alcune regioni, con i rami spinosi della pianta venivano protetti
i formaggi in stagionatura contro i morsi dei topi, da cui il nome italiano
'pungitopo'. Il nome del genere deriva dal greco 'rugchos' (becco, rostro),
per i cladodi dalla punta aguzza (non sono foglie ma fusti modificati!)che
ricordano un becco d'uccello. Forma biologica: geofita rizomatosa/
camefita fruticosa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile, settembre-ottobre.
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Spine presenti solo sui fusti o sui rami
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Foglie intere, non lobate
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Foglie non intere (composte o profondamente lobate)
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Foglie grigio-argentine, almeno 4 volte più lunghe che larghe
Elaeagnus angustifolia L.
L'olivagno è una specie originaria dell'Asia temperata, coltivata per
ornamento in parchi e giardini; è stata introdotta sui litorali veneti, assieme
ad una specie affine di origine americana,
E. commutata
, per il
consolidamento delle dune, essendo in grado di tollerare bene la salinità dei
suoli. I frutti possono essere impiegati per la preparazione di gelatine,
sorbetti e minestre; i fiori emanano un profumo intensissimo, avvertibile
anche a molti metri di distanza. Il nome generico deriva dal greco 'elèa'
(oliva) per la somiglianza del frutto ad un'oliva, quello specifico allude alle
foglie lunghe e strette. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-giugno.
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Foglie verdi, meno di 4 volte più lunghe che larghe
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Foglie con nervature fortemente arcuate. Legno di odore sgradevole (scortecciare un
rametto!)
Rhamnus cathartica L.
Lo spinocervino è una specie eurasiatico-sudeuropea presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Sardegna, dal livello del mare alla fascia
montana inferiore. La distribuzione regionale si estende su tutto il
territorio, con una lacuna centrata sulle Alpi Giulie. Cresce in boschi
submesofili e ai loro margini, a volte negli aspetti più freschi delle siepi, su
suoli argillosi neutri e piuttosto umiferi, ricchi in basi, da freschi a subaridi.
La pianta, soprattutto i frutti, è velenosa ed i frutti, come indica il nome
specifico, venivano usati quale drastico purgante. Quelli acerbi erano un
tempo utilizzati per colorare le stoffe. Il nome generico, già usato dagli
antichi, è di etimologia incerta; il nome specifico deriva dal greco 'katháros'
(puro) alludendo alle proprietà purganti. Forma biologica: fanerofita
cespitosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Foglie con nervature non fortemente arcuate. Legno senza
odore sgradevole
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Spine presenti lungo il fusto. Fiori gialli. Frutto rosso
Berberis vulgaris L. subsp. vulgaris
Il crespino è un arbusto diffuso dall'Europa centrale all'Africa
nordoccidentale, soprattutto in aree con clima continentale, ormai
naturalizzato in Nord America e nell'Europa settentrionale, comprese le
isole britanniche e la Scandinavia meridionale, presente allo stato
spontaneo in tutta Italia dal livello del mare sino a circa 2000 m. La
distribuzione regionale copre quasi tutto il territorio, con lacune nella bassa
pianura friulana e lungo le coste. Cresce su pendii aridi, in pinete e boschi
submediterranei degradati. È l'ospite intermedio della ruggine del grano
(
Puccinia graminis
), un fungo che dalle foglie di
Berberis
si trasferisce al
grano producendo danni enormi; sembra che già nei primi anni del '600
alcuni agricoltori si accorsero della relazione tra la
Berberis
e la ruggine,
ma furono derisi da chi usava i frutti della
Berberis
per fare marmellate. La
cosa fu chiarita scientificamente solo nel 1865: per il gravissimo impatto
della ruggine sul grano, la coltivazione della
Berberis
è proibita in diversi
Paesi. La pianta è sia velenosa che medicinale, per la presenza di berberina.
Il nome generico, di antico uso, deriva forse dal sanscrito 'varvarata'
(ruvidezza) per la spinosità della pianta; il nome specifico deriva dal latino
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