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specifico in greco significa 'canna'. Forma biologica: geofita rizomatosa.
Periodo di fioritura: luglio-novembre.
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Foglie di solito più brevi di 50 cm, sempre più strette di 4 cm. Glume diseguali, una
decisamente più piccola dell'altra
Phragmites australis (Cav.) Trin. ex Steud. subsp. australis
La cannuccia di palude è una specie a vasta distribuzione eurasiatica oggi
divenuta subcosmopolita, diffusa in tutta Italia, con due sottospecie, sino
alla fascia montana inferiore (raramente anche più in alto). Nella nostra
regione è ampiamente diffusa; in Carso si concentra nelle aree umide
dell'Isontino e del Muggesano, estendendosi lungo la costa. È dominante in
vegetazioni spesso sommerse di suoli limosi, resistendo però a lunghi
periodi di emersione e ad un moderato disturbo. I giovani germogli sono
commestibili; i fusti e le foglie servono ancor oggi per fare tetti di paglia,
stuoie, graticci e cesti. Il nome generico, già usato da Plinio, deriva dal
greco 'phragma' (muro, steccato, recinto), per il fatto che la pianta forma
spesso popolamenti impenetrabili e perché era ed è usata per fabbricare
recinti e steccati; il nome specifico in latino significa 'meridionale'. Forma
biologica: elofita. Periodo di fioritura: giugno-ottobre.
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Foglie almeno 4 volte più lunghe che larghe
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58
Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe
63
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Foglie grigio-pelose almeno su una faccia
60
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Foglie glabre su entrambe le facce
62
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Foglie a margine intero. Fiori con petali. Frutto carnoso
Elaeagnus angustifolia L.
L'olivagno è una specie originaria dell'Asia temperata, coltivata per
ornamento in parchi e giardini; è stata introdotta sui litorali veneti, assieme
ad una specie affine di origine americana,
E. commutata
, per il
consolidamento delle dune, essendo in grado di tollerare bene la salinità dei
suoli. I frutti possono essere impiegati per la preparazione di gelatine,
sorbetti e minestre; i fiori emanano un profumo intensissimo, avvertibile
anche a molti metri di distanza. Il nome generico deriva dal greco 'elèa'
(oliva) per la somiglianza del frutto ad un'oliva, quello specifico allude alle
foglie lunghe e strette. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-giugno.
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Foglie a margine finemente dentellato. Fiori senza petali.
Frutto secco
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Foglie tutte più strette di 1 cm. Arbusto
Salix eleagnos Scop. subsp. eleagnos
Il salice ripaiolo è una specie dell'Europa meridionale presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Puglia, Sicilia e Sardegna. Nella nostra regione
è ampiamente diffusa, con lacune lungo le coste. Cresce sulle sabbie umide
dei greti fluviali con pietre calcaree, dalle pianure ai 1800 m circa. Come
tutti i salici, la scorza e le foglie contengono il glicoside salicina, che li
rende tossici per molti animali, e da cui si ricava l'acido salicilico. Il nome
generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis'
(presso l'acqua); il nome specifico deriva dal greco 'helos' (palude), e
'hagnos' (puro, bianco), forse in riferimento all'habitat ed al tomento bianco
delle foglie, oppure per la somiglianza con arbusti del genere
Elaeagnus
.
Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Almeno alcune foglie larghe più di 1 cm. Albero
Salix alba L.
Il salice bianco è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in tutte le
regioni d'Italia. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio,
dalle coste ai fondovalle del settore alpino; in Carso è diffuso ma non
comune. Cresce presso i laghetti e nelle zone umide, su suoli da argillosi a
fangosi periodicamente inondati, ricchi in basi e composti azotati, dal
livello del mare alla fascia montana inferiore. A livello di ecosistema,