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soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera ed il pungitopo forma piccole
oasi di laurofille sempreverdi, soprattutto su substrati arenacei freschi, dal
livello del mare agli 800 m circa. Le foglie sono notissime come
condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso impiegato in
profumeria. L'olio di lauro, estratto dai semi, è un componente dell'olio
laurino, utilizzato contro i dolori reumatici. La pianta è tradizionale
simbolo di gloria e di affermazione: la 'laurea' deriva da essa il suo nome. Il
nome generico, assonante con il celtico 'lauer' (sempreverde) e con il
sanscrito 'daru' (albero), è quello utilizzato dagli antichi Romani; il nome
specifico si riferisce all'uso celebrativo della pianta. Forma biologica:
fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie non odorose
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Foglie verdi su entrambe le facce. Fiori con petali. Frutto carnoso
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-orientale; è
stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell'Europa nel XVI secolo. In
Italia, ove la sua presenza è documentata dal 1558, è ampiamente diffuso a
scopo paesaggistico-ornamentale soprattutto per siepi sempreverdi, grazie
alla sua robustezza ed adattabilità alle potature frequenti. Tende raramente
a spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato come specie
avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle d'Aosta e Friuli
Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi recenti in Campania),
dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le parti della pianta contengono
elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione tossica. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta; quello
specifico allude alle foglie che richiamano quelle dell'alloro e ai frutti che
richiamano le ciliegie. Forma biologica: fanerofita scaposa/fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie verdi di sopra, grigio-pelose di sotto. Fiori senza petali. Frutto secco (ghianda)
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. Nella nostra regione ha
distribuzione prealpico-carsica, ricordo di interglaciali caldi che ne hanno
favorito l'espansione verso nord; in Carso domina la macchia mediterranea
relitta su calcare tra Grignano a Duino. È la specie dominante nei residui
boschi di sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi decidui
o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in
scheletro. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto duro e
resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene
comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come
parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La
corteccia è usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le
ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano
usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice
indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer'
(bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con analoghi termini
greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo
genere; il nome specifico, che forse deriva da una radice celtica che
significa 'punta', è quello dato dai Romani all'agrifoglio, per la frequente
presenza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma biologica: fanerofita
scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-giugno
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Foglie a contorno triangolare o più o meno romboidale
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Foglie a contorno non triangolare né romboidale
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Foglie chiaramente dentate, di solito con evidenti ghiandole alla giunzione con il picciolo
Populus x canadensis Moench
Comunemente noto come pioppo ibrido o pioppo del Canada, è un ibrido
1...,20,21,22,23,24,25,26,27,28,29 31,32,33,34,35,36,37,38