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Il melo selvatico è un albero dell'Europa centro-meridionale, presente in
tutte le regioni d'Italia salvo forse che in Valle d'Aosta. Cresce in boschi ed
arbusteti, al di sotto della fascia montana superiore e al di sopra della fascia
mediterranea. Secondo alcuni autori non merita di essere distinto dal melo
coltivato, di cui rappresenta soltanto una forma inselvatichita. Il nome
generico era già utilizzato dai Romani; il nome specifico, dal latino 'sylva'
(selva), allude all'habitat boschivo. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie tutte senza picciolo ben distinto. Pianta più bassa di 1.5 m
Osyris alba L.
La ginestrella comune è una specie mediterranea presente in tutte le regioni
d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e Trentino-Alto
Adige. La distribuzione regionale si concentra nella parte sudorientale del
territorio, dal Carso al litorale friulano; in Carso si addensa lungo la costa
evitando le aree più alte. Cresce come emiparassita nella macchia
mediterranea e ai margini delle boscaglie più termofile, su suoli primitivi e
ricchi in scheletro, aridi d'estate, calcarei o marnoso-arenacei purché ricchi
in basi, dal livello del mare ai 1100 m (in Sicilia fino ai 1800 m). I fusti
flessibili erano usati per la costruzione di scope rustiche. Il nome generico è
di etimologia incerta e veniva già usato dagli antichi per designare piante
dai fusti flessibili; il nome specifico deriva dal latino 'albus' (bianco).
Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: marzo-giugno.
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Foglie chiaramente picciolate. Piante più alte di 1.5 m
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Foglie con forte odore aromatico se sfregate tra le dita
Cotinus coggygria Scop.
Il sommacco è una specie mediterraneo-pontica presente in Italia centro-
settentrionale (mai segnalato in Valle d'Aosta) e Abruzzo, dal livello del
mare ai 900 m circa. Nella nostra regione ha distribuzione prealpico-
carsica; in Carso è comune salvo che nelle aree più elevate. Arbusto
gregario, forma estese popolazioni policormiche, uno dei più diffusi stadi
di incespugliamento naturale dei pascoli abbandonati. È progressivamente
sostituito dal ginepro verso l'alto o su suoli profondi. Cresce in cespuglieti
e rupi su suoli poveri, di solito calcarei, ricchi in scheletro ed aridi d'estate,
con poche specie arbustive. Tutta la pianta è ricca di oli essenziali del
gruppo della trementina e di tannini. L'uso principale e più antico è stato
quello per la concia delle pelli, dovuto all'alto contenuto di tannini,
soprattutto nelle foglie. Arbusto largamente coltivato in giardini soprattutto
nelle varietà purpuree, per la decoratività del fogliame e delle pannocchie
piumose di colore roseo e di aspetto leggero (da cui il nome comune di
'albero della nebbia'). Il nome generico è quello attribuito da Plinio ad un
arbusto appenninico da cui si ricavava un colorante purpureo; il nome
specifico allude probabilmente alla cocciniglia, per il colore rosso acceso
delle foglie in autunno. Forma biologica: nanofanerofita (fanerofita
cespitosa/ fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie senza forte odore aromatico se sfregate tra le dita
Frangula alnus Mill. subsp. alnus
La frangola comune è una specie eurasiatico-suboceanica, presente in Italia
centro-settentrionale e Campania. Nella nostra regione è frequente sino alla
fascia montana inferiore, sporadica in Carso ove si concentra nell'Isontino.
Cresce in boschi freschi ed umidi, su suoli argillosi compatti, profondi,
subacidi, spesso con ristagno di acqua, o nelle quercete fresche su suoli
colluviali, presso i laghetti, dal livello del mare ai 1300 m circa. La pianta,
soprattuttto i frutti acerbi, è velenosa (glicosidi). Il nome generico deriva
dal latino 'frangere' (rompere), per la fragilità del legno; quello specifico è
il nome latino dell'ontano, e potrebbe derivare dalla radice celtica 'al lan'
(presso l'acqua). Forma biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa).
Periodo di fioritura: maggio-giugno.