20
nel 1760 per avviare l'allevamento di un nuovo baco da seta (il baco
tradizionale era decimato da catastrofiche epidemie). L'allevamento non
ebbe successo, ma l'ailanto si diffuse a tal punto che, agli esordi dell'era
industriale, incominciò a dimostrarsi altamente aggressivo, giungendo oggi
a occupare uno dei primi posti nella classifica mondiale delle specie
invasive e il primo posto nelle liste nere dei territori a clima temperato. È
un pericoloso demolitore di opere murarie e monumenti, che poco per volta
sgretola per azione dell'apparato radicale. Cresce presso gli abitati, lungo le
vie, in prati abbandonati ove ritarda la ricostituzione dei boschi, al di sotto
della fascia montana. La distribuzione regionale comprende quasi tutte le
aree planiziali e collinari, con irradiazioni anche nei fondovalle del settore
alpino. L'invasività è dovuta all'enorme numero di semi prodotti (sino a
250.000 per albero all'anno), alla sostenuta riproduzione vegetativa per
polloni e all'eliminazione della concorrenza per allelopatia. Le foglie
emanano un odore sgradevole per la presenza di formazioni ghiandolari
alla base della lamina, mentre semi e scorza sono tossici. Il nome generico,
come riferisce Desfontaines, autore del genere, deriva dal cinese antico
'ailanto', che significa 'albero del cielo' o 'albero che può raggiungere il
cielo', concetto ripreso nel nome specifico. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura. giugno-luglio.
53
Foglie con al massimo 13 foglioline, di odore aromatico se sfregate tra le dita. Frutto
sferico, non alato
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia occidentale,
introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico (archeofita) e spesso
subspontaneo in quasi tutta l'Italia, dal livello del mare ai 1200 m circa.
Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana. Cresce in
boschi e boscaglie disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e
freschi. Il legno, di colore bruno scuro, è pesante, durevole e con belle
venature, ed è impiegato nella fabbricazione di mobili di pregio. Con il
mallo di frutti acerbi, da raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno
di San Giovanni Battista, si prepara il liquore 'nocino'. I semi sono
largamente utilizzati nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio
alimentare impiegato anche nelle industrie di vernici, di colori e in
profumeria. Le radici contengono lo juglone, una sostanza che può
avvelenare gli alberi circostanti. Può vivere fino ai 600 anni e il suo tronco
può raggiungere i 2 m di diametro. Il nome generico deriva dal latino 'Jovis
glans' (ghianda di Giove); quello specifico significa 'regale' ed allude
anch'esso a Giove, il re degli dei. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
54
Fiori e legumi più brevi di 1 cm, disposti in spighe allungate. Arbusto
Amorpha fruticosa L.
Arbusto introdotto dal Nordamerica, oggi diffuso lungo fiumi e torrenti
dell'Europa meridionale, è presente come specie avventizia in quasi tutta
Italia, salvo che in Sicilia, dal livello del mare ai 600 m circa. Nella nostra
regione è comune al di sotto della fascia montana, soprattutto nei corsi
medio-inferiori di Isonzo, Tagliamento e Cellina-Meduna, ove forma
arbusteti impraticabili che hanno sostituito i saliceti ripari. Cresce nei greti
ed alvei fluviali; è tanto invasivo da colonizzare anche scarpate autostradali
e percorsi di dotti industriali. Essendo caratterizzata da un'alta capacità
adattativa ed elevata competitività mette a repentaglio molte essenze
autoctone. Il nome generico in greco significa 'deforme' ed allude alla
corolla con un solo petalo. I fiori abbondanti di colore violetto le
conferiscono il nome comune di 'indaco bastardo'. Forma biologica:
fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
54
Fiori e legumi più lunghi di 1 cm, disposti in racemi penduli. Albero
Robinia pseudoacacia L.
La robinia è un albero di origine nordamericana, introdotta a Parigi dal
Canada nel 1601 e poi diffusasi ampiamente in Europa con tendenza
submediterraneo-continentale. In Italia è comunissima in tutte le regioni.
Nella nostra regione è ampiamente diffusa dalla costa ai fondovalle del