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'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Spine limitate all'apice dei rami. Fiori bianchi. Frutto di
altro colore
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Foglie opache, a base non cuoriforme. Frutto blu, con un solo seme
Prunus spinosa L. subsp. spinosa
Il pruno selvatico è un arbusto eurasiatico-centroeuropeo presente in tutte
le regioni d'Italia. La distribuzione regionale è estesa dalle coste ai
fondovalle del settore alpino. Cresce nelle siepi, ai margini dei boschi, in
densi popolamenti che colonizzano i prati abbandonati, su suoli argillosi da
mediamente freschi a subaridi, piuttosto ricchi in composti azotati, con
optimum nella fascia submediterranea; con il corniolo maschio è uno dei
primi arbusti a fiorire in primavera. I frutti, inizialmente molto aspri ed
astringenti, diventano più gradevoli dopo l'ammezzimento che di solito
avviene con i primi geli. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di
etimologia incerta, quello specifico allude ai rami spinescenti. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie lucide, a base un po' cuoriforme. Frutto di altro colore, contenente più semi
Pyrus pyraster (L.) Burgsd.
Il pero comune deriva forse da incroci fra il pero selvatico europeo ed un
pero dell'Asia Occidentale (
P. communis
subsp.
caucasica
). Le forme
selvatiche europee, che secondo alcuni autori non meritano nemmeno il
rango infraspecifico, crescono su suoli argillosi freschi, sciolti, ricchi in
basi. Differiscono da quelle coltivate per i frutti molto più piccoli ed i rami
subspinosi, ma sembra che non esistano differenze genetiche tali da
giustificare la loro distinzione a livello specifico. Il nome generico deriva
dal greco 'pyr, pyròs' (fuoco, del fuoco), per la forma conica dei frutti.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie lobate, non composte
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40
Foglie composte (divise in foglioline ben separate tra loro)
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Stili 1. Frutto con un solo seme
Crataegus monogyna Jacq.
Il biancospino è un arbusto eurasiatico-sudeuropeo presente in tutta Italia.
È comunissimo in tutta la nostra regione sino alla fascia montana inferiore;
in Carso è comune ovunque. È uno dei principali costituenti di boscaglie,
macchie e siepi, e appare in tutti gli stadi dinamici della vegetazione
legnosa, su suoli da carbonatici a debolmente acidi; colonizza persino le
pietraie, sia pur con esemplari rattrappiti e deformi. È utilizzata anche come
pianta ornamentale per siepi e giardini, apprezzata per la fioritura
prolungata e profumata e per il colore vivace dei frutti che perdurano a
lungo. Le foglie e i frutti hanno proprietà officinali. Il nome generico
deriva dal greco 'kratos' (forza), antico nome comune della pianta, quello
specifico deriva dal greco 'mónos' (unico) e 'gyné' (femmina), per l'ovario
monocarpellare. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Stili 2-3. Frutto con 2-3 semi
Crataegus laevigata (Poir.) DC.
Specie europea con tendenza subatlantico-submediterranea presente allo
stato spontaneo in tutta Italia (salvo forse che in Valle d'Aosta e Sicilia). La
distribuzione regionale si estende dal Carso triestino ai fondovalle del
settore alpino, con ampie lacune nelle Alpi e nella porzione centrale della
media pianura friulana. Cresce nei querco-carpineti ed in arbusteti di
ricolonizzazione su suoli freschi, profondi, più o meno lisciviati e quindi
subacidi anche se piuttosto ricchi in basi e composti azotati, con optimum
nella fascia submediterranea. Il nome generico deriva dal greco 'kratos'
(forza, robustezza), per il legno duro. Forma biologica: nanofanerofita.
Periodo di fioritura: aprile-giugno.