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dai Romani per indicare un acero, probabilmente l'acero campestre,
localmente chiamato tuttora 'opi', ed allude alla somiglianza delle foglie
lobate con quelle dell'acero. Forma biologica: fanerofita cespugliosa.
Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Petali verdastri o assenti. Frutto secco, alato
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Ali del frutto formanti un angolo acuto con il peduncolo
Acer pseudoplatanus L.
L'acero di monte è un albero europeo-asiatico occidentale presente in tutta
Italia (in Sardegna come avventizio). Nella nostra regione è diffuso dalla
costa alla fascia montana con ampie lacune nella bassa pianura. Cresce in
boschi freschi, soprattutto di forra, e colonizza anche i percorsi delle
slavine contribuendo alla ricostituzione del bosco. Il legno, duro ed
elastico, è il più pregiato tra quello degli aceri, per cui questo albero è
spesso coltivato in impianti di arboricoltura da legno, che viene impiegato
per fabbricare tavole, parquet, strumenti musicali, sculture e lavori al
tornio. È una specie molto utilizzata anche a scopo ornamentale, ha vita
media superiore ai 2-3 secoli, ma si conoscono esemplari che superano i
500-600 anni. Il nome generico era già in uso presso i Romani, e deriva dal
latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la forma dei denti fogliari di
A.
platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il legno di alcune specie
europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di
lance; il nome specifico allude alla somiglianza delle foglie con quelle del
platano. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Ali del frutto formanti un angolo ottuso con il peduncolo o
perpendicolari ad esso (cercate i frutti sotto l'albero!)
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Foglie più brevi di 10 cm (misurare almeno 10 foglie e fare la media), con denti ottusi
Acer campestre L.
L'acero campestre è una specie europeo-asiatica occidentale presente in
tutta Italia (in Sardegna come avventizia) sino alla fascia montana inferiore.
È diffuso in tutta la nostra regione ed è comune in Carso. Cresce in boschi
misti di latifoglie decidue, soprattutto ai loro margini, a volte nelle siepi.
Predilige suoli calcarei, ma ha un'ampia valenza ecologica. Resiste
all'inquinamento ed alla siccità e sopporta le potature; è una pianta molto
rustica impiegata per siepi, molto decorativa soprattutto in autunno grazie
alla colorazione, di un giallo intenso, delle foglie in procinto di cadere. Il
legno, duro, compatto e omogeneo si presta alla costruzione di attrezzi
agricoli, piccoli oggetti ed è un buon combustibile. Capitozzato a circa 3 m
di altezza, è stato largamente impiegato come tutore vivo della vite nella
classica piantata che ha contraddistinto per secoli il paesaggio della Pianura
Padana. Può vivere 150-200 anni. Il nome generico era già in uso presso i
Romani, e deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto, duro, aspro), forse per
la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento al fatto
che il legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico, era usato
per la fabbricazione di lance; il nome specifico allude al fatto che la pianta
è un importante costituente delle siepi che delimitano i campi. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie più lunghe di 10 cm, con denti acutissimi
Acer platanoides L.
L'acero riccio è un albero europeo presente in tutta Italia salvo che in
Puglia e Sardegna, con optimum nelle fasce collinare e montana inferiore.
Nella nostra regione è diffuso dal Carso alle Alpi e molto più raro in
pianura. Cresce nei boschi, soprattutto in quelli di forra, su suoli argillosi
profondi, umiferi e molto freschi. La pianta può vivere fino a 500 anni. La
cultivar 'Crimson King', dal fogliame arrossato, è una delle più note e
utilizzate a scopo ornamentale. Il legno, come quello degli altri aceri
europei, è duro, compatto e flessibile; si utilizza per tavole, mobili,
pannelli, strumenti musicali, lavori al tornio. Il nome generico era già in
uso presso i Romani, e deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per
la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento al fatto
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