Roma_Book_ita - page 489

485
Note alle specie
Abutilon theophrasti Medik.
- Il cencio molle è una pianta annua con areale centrato attorno al Mar Nero, presente
come avventizia in tutte le regioni italiane salvo che in Puglia e Basilicata. Nell'area metropolitana di Roma la specie è
piuttosto rara, con alcune stazioni anche all'interno del raccordo anulare, per lo più in prossimità dei corsi d'acqua.
Cresce su terreni argillosi umidi, negli incolti, lungo gli argini di fossati e canali, in orti e campi coltivati, dal livello del
mare a circa 300 m. La specie, che è divenuta infestante nelle culture a ciclo primaverile-estivo, si è espansa grazie alla
grande quantità di semi e alla capacità di propagarsi tramite gli ingranaggi dei mezzi meccanici usati per la raccolta e
sarchiatura. I semi hanno proprietà lassative e diuretiche, mentre diverse parti della pianta erano usate come antisettico
su ferite e ulcere. Il nome generico deriva da una parola araba che significa 'malva indiana'; la specie è dedicata al
filosofo greco Teofrasto (IV sec. a.C.). Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
Acacia dealbata Link
- La falsa mimosa è un albero-arbusto nativo dell'Australia e della Tasmania, introdotto in
Europa a scopo ornamentale. In Italia cresce allo stato subspontaneo lungo le coste occidentali e in Friuli, mentre nelle
altre regioni è presente solo come specie coltivata. Nell'area metropolitana di Roma la specie è frequentemente coltivata
e appare talvolta anche allo stato subspontaneo. Necessita di climi caldi, non sopportando le basse temperature (sotto lo
zero termico subisce danni irreparabili). Il nome generico deriva da una parola greca che significa 'spina' (che molte
specie di acacie possiedono). Le acacie sono comunemente conosciute come mimose; in particolare,
A. dealbata
è una
delle tradizionali mimose con cui in Italia si festeggia la Festa della Donna. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Acacia melanoxylon R. Br.
- L'acacia a legno nero, originaria dell'Australia, è caratterizzata da vere foglie pennate che
presto vengono sostituite da modificazioni del fusto (dette 'fillodi') simili a foglie semplici. Tollera la siccità, la
salsedine e il vento ed è resistente all'inquinamento dell'aria, per cui è stata introdotta per piantagioni forestali e come
albero ornamentale in diverse parti del mondo (Africa, Asia, Europa, Sud America e Stati Uniti), divenendo a volte
infestante, come in Sud Africa, nelle Isole Azzorre e in California. Da noi viene spesso coltivata a scopo ornamentale in
parchi e giardini, soprattutto nell'Italia mediterranea. Nell'area metropolitana di Roma la specie è frequentemente
coltivata e appare talvolta anche allo stato subspontaneo. Gli indigeni australiani ottengono dalla pianta una sostanza
analgesica; il legno, simile a quello del noce, è facilmente modellabile al vapore e si presta alla costruzione di mobili,
strumenti musicali (chitarre, tamburi, ukulele hawaiano, archi di violino, tubi di organo, ecc.), barche e barilotti di
legno. La scorza, con un contenuto di tannino di circa il 20 %, è usata dagli aborigeni australiani per avvelenare il
pesce. Il nome generico deriva da una parola greca che significa 'spina' (che molte specie di acacie possiedono), quello
specifico deriva dal greco e significa 'a legno nero'. Forma biologica: fanerofita scaposa/ fanerofita cespugliosa.
Acanthus mollis L. subsp. mollis
- L'acanto molle è una pianta originaria delle coste occidentali del bacino
mediterraneo, presente allo stato spontaneo nelle regioni meridionali, in Umbria, Toscana e Piemonte; viene coltivata a
scopo ornamentale e a volte appare allo stato subspontaneo in quasi tutte le altre regioni d'Italia. Nell'area metropolitana
di Roma la specie è frequentemente coltivata come pianta ornamentale ed è molto comune anche allo stato spontaneo,
soprattutto entro il raccordo anulare, compreso il centro storico. Cresce in incolti aridi, cespuglieti, ambienti rupestri
mediterranei, dal livello del mare a 700 m circa. È impossibile stabilire dove la pianta sia realmente spontanea, in
quanto coltivata a scopo ornamentale fin dall'antichità: i capitelli corinzi sono caratterizzati da decorazioni a forma di
foglie di acanto. Le foglie, ricche di mucillagini, erano usate contro le irritazioni cutanee. Il nome generico deriva dal
greco 'aké' (punta, ago) e anthos' (fiore), in riferimento alle brattee spinose dell'infiorescenza; il nome specifico si
riferisce alle foglie, coriacee ma ampie e solitamente non spinescenti, contrariamente a quelle di
A. spinosus
. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-giugno.
Acca sellowiana (O.Berg.) Burret
- La feijoa è un arbusto originario del Brasile meridionale, Paraguay e Uruguay, da
noi coltivato soprattutto a scopo ornamentale, sia per il fogliame sia per la fioritura, come pianta rustica, abbastanza
resistente agli sbalzi di temperatura, al freddo, al vento, alla siccità e alla salsedine, su suoli profondi, ricchi e freschi;
nel meridione si coltiva anche per i frutti commestibili: tra le cultivar più pregiate, di origine neozelandese, sono la
'Mammoth' con frutti molto grossi (50-80 g), la 'Unique' a maturazione precoce, la 'Gemini' con frutto grosso e polpa di
eccellente qualità; altre cultivar californiane sono la 'Coolidge', la 'Choiceana', la 'Superba', ecc. Nell'area metropolitana
di Roma la specie è a volte coltivata come pianta ornamentale e appare molto raramente anche allo stato subspontaneo,
soprattutto entro il raccordo anulare. I frutti possono essere consumati freschi o adoperati per produrre marmellate,
gelatine e canditi; la polpa fresca, dal sapore che ricorda l'ananas e la fragola, ha un alto contenuto di zuccheri e di
iodio. Nei luoghi di origine la pianta ha un'impollinazione ornitogama da parte dei colibrì, da noi sostituiti dalle api. Il
nome generico deriva da 'aka', nome locale della feijoa nella Repubblica Dominicana; la specie è dedicata Friedrich
Sellow (1789-1831), che per primo raccolse campioni di questa specie in Brasile. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa. Syn.:
Feijoa sellowiana
(O. Berg) O. Berg
1...,479,480,481,482,483,484,485,486,487,488 490,491,492,493,494,495,496,497,498,499,...752
Powered by FlippingBook