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completamente scomparsa a causa delle moderne tecniche agrarie. Contiene principi attivi come l'adonite e l'adonidina
che la rendono fortemente velenosa. Il nome generico si riferisce ad Adone, giovane bellissimo della mitologia greca
che fece invaghire sia Afrodite che Persefone, dea degli inferi; quest'ultima, gelosa, lo fece uccidere da un cinghiale ed
Afrodite trasformò il sangue nei petali rossi degli
Adonis
; il nome specifico si riferisce al ciclo vitale annuale. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Aegopodium podagraria L.
- La podagraria, o girardina silvestre, è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana
presente in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in Puglia, Basilicata e Campania. Nell'area metropolitana di
Roma la specie è rara, con diverse stazioni anche nella parte settentrionale del territorio compreso entro il raccordo
anulare. Cresce, spesso con comportamento invasivo, negli orli dei boschi di latifoglie decidue e in siti disturbati presso
le case, anche in luoghi umidi come lungo fossi e canali, su suoli limoso-argillosi abbastanza profondi, da freschi a
umidi, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. Le foglie giovani sono commestibili in
piccola quantità. Il nome generico deriva dal greco e significa 'piede di capra' alludendo alla forma delle foglie, motivo
per cui un tempo era considerata un rimedio contro la podagra (gotta alle articolazioni dei piedi), da cui il nome
specifico. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Aesculus hippocastanum L.
- L'ippocastano è un albero ornamentale che può raggiungere i 30 m, originario di un'area
ristretta della Penisola Balcanica. Fu introdotto nel 1576 da Charles de L'Écluse (Clusius) nei giardini imperiali di
Vienna e da qui, a distanza di tempo (sec. XVIII-XIX), venne distribuito attraverso i semi in tutto il territorio
dell'Impero Austro-Ungarico; per tale motivo risulta tradizionalmente impiegato soprattutto nell'Italia settentrionale.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è frequentemente coltivata in parchi e giardini e appare raramente anche allo
stato subspontaneo. In Italia è coltivata in viali, parchi e giardini, a volte comparendo allo stato subspontaneo nei boschi
termofili della fascia collinare. I semi, velenosi per effetto dei saponosidi che contengono, vengono talvolta consumati
per errore perché scambiati per castagne o ritenuti commestibili come queste ultime. La pianta è usata a scopo
farmaceutico (antiemorroidario), cosmetico e tintorio; i semi, schiacciati e pestati, erano impiegati per la produzione di
sapone, specialmente in tempo di guerra. Le alberature sono oggi attaccate da un lepidottero (
Cameraria ohridella
) che
causa il precoce appassimento delle foglie. Il nome generico era già in uso presso i Romani (Virgilio), che però con
esso designavano una quercia; il nome specifico deriva dal greco 'híppos' (cavallo) e 'kástanon' (castagna), per l'aspetto
dei frutti a forma di grossi ricci a spine deboli e fragili contenenti grossi semi simili a castagne, utilizzati in Oriente
come alimento per i cavalli. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Agave americana L.
- Le agavi, originarie delle zone tropicali e subtropicali del continente americano (Messico, Indie
occidentali, America Meridionale) sono oggi ampiamente diffuse nella regione mediterranea. In Italia l'agave
americana è stata introdotta nel XVI secolo ed è oggi segnalata come avventizia in tutte le regioni d'Italia, salvo che in
Valle d'Aosta, Emilia-Romagna e Molise, ma è più frequente nelle regioni centro-meridionali, ove cresce dal livello del
mare a 600 m circa. Nell'area metropolitana di Roma la specie è frequentemente coltivata in parchi e giardini e appare
raramente anche allo stato subspontaneo. Cresce in incolti, siepi, bordi di vie, uliveti, coltivata e naturalizzata. I primi
esploratori spagnoli e portoghesi avevano probabilmente portato in Europa delle agavi, ma una vera e propria
popolarità si è avuta solo nel XIX secolo, con l'importazione di numerose specie da parte dei collezionisti. Le agavi,
oltre ad essere apprezzate come piante ornamentali, hanno molti altri usi: dalle foglie, ricche di fibre, si produce un
tessuto molto resistente che viene utilizzato soprattutto nella realizzazione di amache e cappelli (panama); da alcune
specie si ricavano bevande quali il Pulque, il Mezcal e la Tequila (che prende il nome dalla città omonima dove per la
prima volta è stata distillata). L'agave produce un solo fiore dopo circa 20/30 anni, dopodiché muore. Forma biologica:
fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
Agrimonia eupatoria L. subsp. eupatoria
- L'agrimonia è una specie a vasta distribuzione subcosmopolita presente,
con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è diffusa e comune, sia nelle
aree periferiche sia in quelle comprese entro il raccordo anulare, negli incolti. Cresce in incolti e prati aridi, su terreni
ben drenati, al di sotto della fascia montana superiore. Erba amara, ricca di tannino e di acido salicilico, leggermente
astringente, fu usata sin dal neolitico per medicare le ferite. Il nome generico ha etimologia incerta: sembrerebbe
derivare dai termini greci 'agrios' (selvaggio) e 'monias' (solitario), oppure dal termine greco 'árgemon' che designava
una pianta utilizzata per curare malattie oculari; il nome specifico fa riferimento a Mitridate Eupatore, re del Ponto nel I
secolo a.C., al quale si attribuisce il primo utilizzo medicinale. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: giugno-luglio.
Agrostemma githago L.
- Il gittaione comune è una pianta annua originaria delle steppe aralo-caspiche, da cui si è
diffusa in epoca preistorica seguendo le coltivazioni di cereali (archeofita); attualmente è presente in Europa, Asia
occidentale, Africa settentrionale e Nord America, dove è stato introdotta con le sementi provenienti dal Vecchio
Mondo. È presente, ma ormai molto rara, su tutto il territorio italiano, dalla pianura ai fondivalle alpini. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è ormai divenuta molto rara, con pochissime stazioni anche nella parte orientale del
territorio compreso entro il raccordo anulare. È un'infestante nei campi di grano e di altri cereali, su suoli argillosi e
ricchi di elementi nutritivi; negli ultimi decenni è in fortissimo regresso quasi ovunque a causa delle moderne tecniche
colturali. I semi contengono saponine velenose (gitagina, gitagenina), che la rendevano temuta dai contadini in quanto
venivano macinati nelle farine assieme quelli dei cereali, causando gravi avvelenamenti noti con il nome di 'gitagismo'