17
soprattutto
T. americana
L., e che spesso vengono designati con il nome
collettivo di
'Tilia hybrida'
. Il nome generico, già in uso presso i Romani,
deriva dal greco 'ptilon' (ala), in riferimento alla brattea del peduncolo
fruttifero che funge da ala durante la disseminazione facilitata dal vento.
Forma biologica: fanerofita scaposa/fanerofita cespitosa. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
39
Foglie più strette di 5 cm. Fiori bianchi. Frutti carnosi
Prunus mahaleb L. s.l.
Il ciliegio canino è un arbusto submediterraneo presente in quasi tutta
Italia, salvo che in Sardegna, dal livello del mare agli 800 m circa (ma in
Sicilia arriva fino ai 1900 m). Cresce in boschi radi, macchie, siepi, nei
mantelli di boschi termofili, anche pioniero su suoli di solito calcarei e
spesso sassosi. Dai frutti si ricavano essenze per liquori. Tutta la pianta
contiene cumarine, composti aromatici usati nella confezione di essenze di
frutta e profumi. Il legno, per le caratteristiche aromatizzanti, viene usato
per fabbricare pipe; veniva impiegato anche, a causa della sua durezza e
resistenza, per lavori di tornitura e per fabbricare giocattoli. La pianta
selvatica è spesso impiegata come portainnesto per varietà di ciliegi da
frutto. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia
incerta; quello specifico deriva dall'arabo, ed allude forse al nome di
un
'
antica città del Libano. Forma biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita
scaposa). Periodo di fioritura: aprile-maggio.
40
Foglie a margine dentato o dentellato
41
40
Foglie a margine intero
45
41
Foglie sempreverdi, lucide e coriacee
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-orientale; è
stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell
'
Europa nel XVI secolo. In
Italia, ove la sua presenza è documentata dal 1558, è ampiamente diffuso a
scopo paesaggistico-ornamentale soprattutto per siepi sempreverdi, grazie
alla sua robustezza ed adattabilità alle potature frequenti. Tende raramente
a spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato come specie
avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle d'Aosta e Friuli
Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi recenti in Campania),
dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le parti della pianta contengono
elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione tossica. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta; quello
specifico allude alle foglie che richiamano quelle dell'alloro e ai frutti che
richiamano le ciliegie. Forma biologica: fanerofita scaposa/fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
41
Foglie decidue, non coriacee
42
42
Base della foglia a forma di cuneo e con margine intero
Spiraea spp.
Genere eurasiatico di piante generalmente arbustive con la maggiore
diversità in Asia centro-orientale. Molte specie e cultivar sono utilizzate da
noi in parchi e giardini a scopo ornamentale. Il nome 'aspirina' deriva dal
genere
Spiraea
, in cui nel XIX secolo era inclusa anche
Filipendula
ulmaria
(
Spiraea ulmaria
). L'acido salicilico fu scoperto nel 1839 nei fiori
di questa pianta, per cui fu chiamato 'acido spirico'; nel 1859 il chimico
tedesco Hoffmann acetilò l'acido salicilico, ottenendo l'acido acetilsalicilico
o acido acetilspirico, da cui la ditta farmaceutica Bayer coniò il termine
'aspirina'. Il nome generico deriva dal greco 'spéira' (fune), perché i fusti, a
volte contorti, possono ricordare una sottile corda. Forma biologica: