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velenosità dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di
fioritura: aprile-giugno.
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Margine della foglia intero
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Foglie con nervature poco evidenti di sopra oppure non fortemente arcuate
Ligustrum vulgare L.
Il ligustro comune è una specie delle zone temperate dell'Eurasia, presente
in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. La distribuzione regionale
copre l'intero territorio; in Carso è comunissima ovunque ma forse è più
abbondante su substrati arenacei. Cresce nei mantelli dei boschi decidui
termofili ma anche nelle siepi e nel sottobosco, su suoli da superficiali a
profondi e freschi, ricchi in basi, più o meno umiferi, al di sotto della fascia
montana. Tutte le parti della pianta, soprattutto le bacche, contengono
glucosidi e sono tossiche; in passato il succo dei frutti veniva utilizzato per
colorare di rosso il vino o per produrre inchiostri; la scorza contiene una
sostanza utilizzata come colorante giallo per la lana; è un'ottima pianta
mellifera, utilizzata per la formazione di siepi, che può vivere dai 30 ai 50
anni. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva dal latino 'ligare'
per la flessibilità dei rametti usati nelle campagne come legacci; il nome
specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso,
frequente'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Foglie con nervature arcuate ben evidenti di sopra
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Fiori bianchi, formantisi dopo le foglie. Frutti scuri, globosi, disposti in corimbi
Cornus sanguinea L. subsp. hungarica (Kárpáti) Soó
Questa sottospecie del sanguinello ha una distribuzione sudeuropeo-pontica
ed è presente in Italia continentale, con ampie lacune. Sostituisce la subsp.
sanguinea
in tutta la nostra regione, ove è diffusa e comune. Cresce nei
boschi termofili a carpino nero e roverella, nei loro mantelli e nelle siepi,
dal livello del mare sino alla fascia montana inferiore. In passato i semi
macinati fornivano un olio combustibile per le lampade, mentre dalla
corteccia si estraeva una tintura brunastra per tingere tessuti di lana, lino,
cotone e seta. Il nome generico deriva dalla radice indoeuropea 'kar' (duro),
da cui anche il latino 'cornus' (corno), ed allude alla durezza del legno; il
nome specifico allude al colore rosso dei giovani rami e delle foglie in
autunno. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura:
(aprile) maggio-giugno.
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Fiori gialli, formantisi prima delle foglie. Frutti rossi, ovali, disposti all'ascella delle foglie
Cornus mas L.
Il corniolo è una specie pontico-mediterranea-orientale presente in tutta
l'Italia continentale con optimum nella fascia submediterranea. Nella nostra
regione è molto diffuso ma con lacune nella bassa pianura e nelle parti più
fredde delle Alpi ove non supera la fascia montana inferiore; in Carso è
comune ovunque. Cresce nei boschi termofili a carpino nero e roverella, nei
loro mantelli e nelle siepi, su suoli non molto profondi, sia calcarei che
arenacei, con altre specie di mantello. La precoce fioritura gialla spicca
nella vegetazione in abito ancora invernale. È una pianta molto resistente
sia a parassiti che a malattie. I frutti possono essere consumati freschi
oppure utilizzati nella preparazione di marmellate. Il legno, assai duro, si
presta alla costruzione di piccoli utensili come pestelli da mortaio,
ingranaggi dei mulini, etc.; gli antichi Romani lo impiegavano per la
fabbricazione delle aste dei giavellotti. Il nome generico deriva dalla radice
indoeuropea 'kar' (duro), da cui anche il latino 'cornus' (corno), ed allude
alla durezza del legno; il nome specifico, che in latino significa 'maschile',
quindi 'forte', 'robusto', fu usato per contrapporlo al
Cornus sanguinea
,
chiamato da Plinio 'Cornus femina'. Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.