9
13
Foglie composte (divise in foglioline separate tra loro)
14
13
Foglie semplici
16
14
Pianta spinosa
Rosa canina L.
La rosa canina è un arbusto incluso in un gruppo polimorfo di difficile
identificazione, diffuso in Eurasia ed Africa settentrionale e presente in
tutte le regioni d'Italia. La distribuzione regionale della specie intesa in
senso ampio copre l'intero territorio. Cresce in arbusteti, boscaglie aperte,
pascoli e campi abbandonati, dal livello del mare alla fascia montana. I
falsi frutti, molto ricchi di vitamina C, sono usati per la preparazione di
marmellate, anche se contengono peli irritanti che ne giustificano certi
nomi volgari. Il nome generico deriva dal latino 'rosa', dal greco 'rodon',
con identico significato; il nome specifico forse allude all'antico uso della
radice come rimedio contro la rabbia. Forma biologica: nanofanerofita.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
14
Piante non spinose
15
15
Foglioline più strette di 3 cm, di odore resinoso se sfregate tra le dita
Pistacia terebinthus L. subsp. terebinthus
Il terebinto è un arbusto mediterraneo presente in tutte le regioni d'Italia
salvo che in Valle d'Aosta, dal livello del mare ai 900 m circa. Nella nostra
regione è concentrato nel Carso triestino e lungo il litorale friulano, con
isolate stazioni nelle Prealpi; in Carso è diffuso quasi ovunque negli ostrieti
termofili ma è più comune lungo la costa. Cresce in siti caldi ed aridi su
falesie e rocce calcaree esposte a sud ed in boschi termofili; è uno dei
principali componenti della macchia mediterranea tra Grignano e Duino.
Dalla corteccia si estrae una resina simile a quella del lentisco. Il legno è
utilizzato in ebanisteria e lavori di intarsio. Il nome generico, quello della
pianta presso i Romani, deriva dal greco 'pistakê' che indicava i frutti di
P.
vera
e che probabilmente deriva da un termine persiano. Il nome specifico
è quello di una pianta citata da Teofrasto. Forma biologica: fanerofita
cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
15
Foglioline più larghe di 3 cm
,
di odore sgradevole se sfregate tra le dita
Ailanthus altissima (Mill.) Swingle
L'ailanto è un albero capace di nascere nei muri e fu introdotto dalla Cina
nel 1760 per avviare l'allevamento di un nuovo baco da seta (il baco
tradizionale era decimato da catastrofiche epidemie). L'allevamento non
ebbe successo, ma l'ailanto si diffuse a tal punto che, agli esordi dell'era
industriale, incominciò a dimostrarsi altamente aggressivo, giungendo oggi
a occupare uno dei primi posti nella classifica mondiale delle specie
invasive e il primo posto nelle liste nere dei territori a clima temperato. È
un pericoloso demolitore di opere murarie e monumenti, che poco per volta
sgretola per azione dell'apparato radicale. Cresce presso gli abitati, lungo le
vie, in prati abbandonati ove ritarda la ricostituzione dei boschi, al di sotto
della fascia montana. La distribuzione regionale comprende quasi tutte le
aree planiziali e collinari, con irradiazioni anche nei fondovalle del settore
alpino. L'invasività è dovuta all'enorme numero di semi prodotti (sino a
250.000 per albero all'anno), alla sostenuta riproduzione vegetativa per
polloni e all'eliminazione della concorrenza per allelopatia. Le foglie
emanano un odore sgradevole per la presenza di formazioni ghiandolari
alla base della lamina, mentre semi e scorza sono tossici. Il nome generico,
come riferisce Desfontaines, autore del genere, deriva dal cinese antico
'ailanto', che significa 'albero del cielo' o 'albero che può raggiungere il
cielo', concetto ripreso nel nome specifico. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura. giugno-luglio.
16
Piante lianose
17
16
Alberi o arbusti
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1,2,3,4,5,6,7,8 10,11,12,13,14,15,16