5
1
Pianta con fusti carnosi (fico d'India)
Opuntia ficus-indica (L.) Mill.
Le opunzie sono originarie dell'America centro-meridionale. Furono
importate nella parte mediterranea dell'Europa a scopo ornamentale, per i
frutti spesso commestibili, ma soprattutto per l'allevamento delle
cocciniglie, il Kermes, un insetto parassita utilizzato per tingere di rosso
le stoffe (ne rimane un ricordo nell'alkermes, un liquore rosso oggi poco
di moda ma spesso usato in pasticceria). Nella zona mediterranea sono
ormai parte del paesaggio. Il fico d'India è segnalato come specie
avventizia in Lombardia, Liguria, Italia centro-meridionale (salvo che in
Umbria) e nelle Isole, dal livello del mare ai 900 m circa. Forma
biologica: fanerofita succulenta. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
1
Piante con fusti legnosi
2
2
Foglie a forma di ago o simili alle squame della pelle di un
pesce
3
2
Foglie non aghiformi né squamiformi
15
3
Foglie a forma di squama
4
3
Foglie a forma di ago
7
4
Rami verdi cilindrici, disposti in tutti i sensi. Pigne
sferiche
5
4
Rami verdi appiattiti, tendenti a disporsi su piani
orizzontali o verticali. Pigne più lunghe che larghe
6
5
Albero. Pigne più larghe di 1 cm, dure e legnose
Cupressus sempervirens L.
Specie originaria dell'Asia Minore e del Mediterraneo orientale, da tempi
antichissimi molto utilizzata in Italia sia a scopo ornamentale sia negli
impianti di rimboschimento, ma senza alcuna tendenza a spontaneizzarsi.
In Carso è sparsa presso gli abitati, soprattutto nei cimiteri e nei parchi,
raramente lungo le strade. Il cipresso è stato introdotto in Italia forse dagli
Etruschi e poi si è diffuso entrando stabilmente fra i componenti del
nostro paesaggio. Tollera la siccità e si adatta a qualsiasi terreno, ma è
soggetto a malattie crittogamiche e a parassiti animali: il fungo
Coryneum
cardinale
Wag. ha minacciato l'esistenza dei cipressi italiani. Il cipresso è
ampiamente coltivato per il suo portamento, che lo rende adatto alla
realizzazione di giardini all'italiana e alberature stradali, siepi frangivento
e rimboschimenti. Le foglie, i rami e le pigne hanno impiego officinale,
dalla corteccia si ricava per distillazione un olio essenziale usato in
profumeria. Il nome del genere è quello comune presso i Romani,
derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io genero, produco
germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento all'accrescimento
simmetrico della pianta. Il nome specifico in latino significa
'sempreverde'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
febbraio-maggio.
5
Arbusto. Pigne più strette di 1 cm, carnose
Juniperus phoenicea L. subsp. phoenicea
Specie eurimediterranea, è presente in Italia in Piemonte, nelle regioni
costiere dalla Liguria alla Puglia e nelle Isole maggiori. Cresce nella
macchia mediterranea, soprattutto nelle aree litoranee, dal livello del mare
ai 600 m circa. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di origine
controversa: forse deriva dal latino 'iùnix' (giovenca) e 'pàrio' (do alla
luce), alludendo al fatto che fatto che una delle specie (
Juniperus sabina
L.) veniva somministrata alle vacche per favorire il parto, oppure da
'iùnior' (più giovane) e 'pàrio' (do alla luce), perché produce sempre nuovi
germogli; il nome specifico secondo alcuni si riferisce ai Fenici o alla
Fenicia, regione costiera del Mediterraneo orientale, ma probabilmente
allude al colore rossastro delle sue 'bacche' (non sono bacche, sono delle