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Foglie solitarie, sparse sui rami
Cryptomeria japonica (Thunb. ex L. f.) D. Don
Specie originaria del Giappone e della Cina, fu introdotta nel 1844 in
Europa, ove è utilizzata come pianta ornamentale. In Italia è anche
coltivata per rimboschimento nel Meridione, dal livello del mare ai 1200
m, ed è segnalata come avventizia in Lombardia. In Giappone, conosciuta
con il nome 'sugi', è una pianta di notevole interesse forestale: il legno
profumato, leggero, di colore rosa-rossastro, tenero, omogeneo e molto
durevole, è resistente ai marciumi e ai processi di decomposizione e viene
utilizzato sia per la fabbricazione di mobili che per pannelli divisori
all'interno delle abitazioni. Può vivere oltre i 200 anni. Il nome generico
deriva dal greco 'kryptos' (nascosto) e 'meros' (parte), alludendo alla
difficoltà di distinguere fra loro le diverse parti del fiore; quello specifico
richiama uno dei luoghi di origine, il Giappone. Forma biologica:
fanerofita scaposa.
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2, o disposte in
ciuffetti su brevi rami laterali
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Foglie disposte in ciuffetti su brevi rami laterali
Cedrus deodara (Roxb.) G. Don
Questa specie, nativa nel versante occidentale dell'Himalaya
(Afghanistan, Pakistan, Kashmir, India nord-occidentale) dove vive tra i
1000 e i 2800 m, fu introdotta in Europa a scopo ornamentale nel 1822. È
utilizzata in Europa come albero ornamentale in grandi parchi e giardini,
ma solo in aree con inverno mite. Può vivere 150-200 anni. In Italia è
segnalata a partire dal 1828, ed è oggi è presente con più varietà; è
segnalato come specie avventizia in Lombardia, Trentino-Alto Adige,
Veneto e Campania. Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a
–20°C) eliminarono gran parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei
luoghi d'origine il legno era storicamente usato per costruire templi, idoli
e oggetti sacri. È abbastanza sensibile agli inquinanti atmosferici. Il nome
generico deriva dal termine greco 'kédros', che indicava una conifera non
meglio identificata; il nome specifico deriva dal sanscrito 'devadāru' o
'devodara' (albero degli dèi), in riferimento alla sua imponenza e
all'utilizzo del legno. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2
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Tronco a corteccia rossastra. Pigne lunghe 8-20 cm
Pinus pinaster Aiton subsp. pinaster
Specie mediterranea a gravitazione occidentale, in Italia sicuramente
spontanea in Liguria, Toscana, Lazio, Sicilia e Sardegna, introdotta
altrove per rimboschimenti e a scopo ornamentale; ha l'optimum presso le
coste su substrati silicei ma può crescere anche in ambienti collinari a
clima mite. Il pino marittimo è importante nei rimboschimenti delle
sabbie e delle dune litoranee; resiste alla salsedine, per cui può formare
fasce di protezione lungo le coste. Il legno è tenero, con alburno chiaro e
durame rossastro, molto resinoso; viene usato per imballaggi e pasta di
carta. È una delle migliori essenze per ricavare resina e trementina. Il
nome generico è quello usato dai Romani per indicare il pino
mediterraneo, e deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina, essudato della
pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen' (testa)
per la forma della chioma degli alberi; il nome specifico, già in uso presso
i Romani, si riflette anche in uno dei nomi italiani (pinastro). Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
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Tronco a corteccia grigiastra. Pigne lunghe circa 6 cm
Pinus nigra J.F. Arnold subsp. nigra
Specie preglaciale a carattere relitto, con areale piuttosto ampio e
frammentario sulle montagne dell'Europa meridionale e differenziazione
in numerose stirpi locali variamente trattate a livello tassonomico. In
Italia le sue stazioni primarie sono limitate alle Alpi e Prealpi calcareo-
dolomitiche e all'Appennino centrale. Cresce su rupi calcaree, dal livello