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Foglie con 1 solo nervo principale partente dal picciolo. Fiori non bianchi, più stretti di
1 cm. Frutto una capsula 4-lobata
Euonymus europaeus L.
La fusaggine è una specie eurasiatica presente in tutte le regioni d'Italia.
La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio. Entra
nello strato arbustivo dei boschi termofili rarefacendosi a partire dalle
faggete; l'optimum è nei mantelli e nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto
freschi, ricchi in basi e composti azotati, al di sotto della fascia montana
superiore. I semi sono tossici (evonina) ed erano usati come drastico
purgante. Nel medioevo dal legno si ottenevano fusi per filare la lana, da
cui il nome italiano; i frutti e la corteccia erano utilizzati per le proprietà
emetiche, purganti ed insetticide: la polvere dei frutti seccati e macinati
veniva usata per combattere i pidocchi ed il decotto di frutti e corteccia
veniva usato contro la rogna. Il nome generico deriva dal greco 'eu'
(buono) e 'onoma' (nome), cioè 'pianta con buona fama', in senso ironico a
causa della velenosità dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespitosa.
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Foglie almeno 5 volte più lunghe che larghe
Nerium oleander L. subsp. oleander
L'oleandro è una specie originaria delle regioni mediterranee e dell'Asia
minore, diffusamente coltivata a scopo ornamentale in varie forme, anche
a fiori doppi. In Italia cresce spontaneamente al Sud presso i litorali,
inoltrandosi all'interno lungo i corsi d'acqua, dal livello del mare ai 300 m
circa. Cresce nella vegetazione riparia degli ambienti mediterranei, sia su
suoli sabbiosi che su greti sassosi, formando spesso una fitta vegetazione.
È una pianta molto tossica in tutte le sue parti per l'uomo e per i
mammiferi in genere: tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) contiene
oleandrina, un glicoside cardiotossico, che ogni anno causa parecchi casi
di avvelenamento anche mortale, a danno soprattutto di escursionisti che
usano i rami per i barbecue. Il nome generico deriva dal greco antico
'naros' (fluente, corrente), in riferimento all'habitat naturale, i greti e le
rive di fiumi e torrenti; il nome specifico deriva dal latino 'olea' (olivo),
probabilmente per l'aspetto delle foglie che richiamano vagamente quelle
dell'olivo. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
maggio-luglio.
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Foglie meno di 5 volte più lunghe che larghe
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Pianta spinosa. Fiori rossi
Punica granatum L.
Il melograno è originario delle regioni asiatiche sud-occidentali come
l'Iran, ma si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, ove si è a volte
naturalizzato, dal livello del mare agli 800 m. È segnalato come specie
avventizia in quasi tutta Italia, salvo che in Valle d'Aosta e Sicilia. Viene
coltivato per il frutto edule, o come pianta ornamentale nei giardini,
grazie alla spettacolare fioritura estiva rosso-aranciata; ne esistono varietà
solo da fiore e una varietà nana, molto utilizzata per composizioni verdi.
Sin dall'antichità vengono attribuiti al melograno numerosi significati
simbolici: nella mitologia un frutto di melograno fu donato da Paride a
Venere; nella tradizione ebraica e cristiana è simbolo di speranza, fertilità
ed eternità. Ha diversi utilizzi: dal succo del frutto si ricava la granatina,
uno sciroppo fermentato per produrre cordiali, dolciumi e marmellate; la
scorza e i fiori sono impiegati in medicina per le proprietà astringenti; il
tannino è utilizzato nella concia delle pelli. Il nome generico deriva da
'punicus', che indicava al tempo degli antichi Romani la provenienza dei
frutti dalla regione costiera della Tunisia, dove si trovava Cartagine; il
nome specifico allude alla presenza dei numerosi semi dal rivestimento
rosso all'interno del frutto, simili a granati. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Piante non spinose. Fiori bianchi o rosa
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Fiori e frutti disposti lungo i rami all'ascella delle foglie
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