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Foglioline a margine dentato-lobato
Koelreuteria paniculata Laxm.
Originaria delle regioni settentrionali della Cina, della Corea e del
Giappone, questa specie è stata introdotta in Europa a scopo ornamentale
nel XVIII secolo, ed è diffusamente coltivata in parchi e giardini. In
alcune regioni italiane è segnalata come specie avventizia. Il genere è
dedicato a J. G. Koelreuter (1733-1806) professore di Storia Naturale in
Germania; il nome specifico si riferisce all'infiorescenza a pannocchia.
Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglioline a margine intero
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Foglie fortemente odorose se sfregate tra le dita, con al massimo 9 foglioline. Fiori senza
petali. Albero
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia
occidentale, introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico (archeofita)
e spesso subspontaneo in quasi tutte le regioni l'Italia. Nella nostra
regione è diffuso dalla costa alla fascia montana; in Carso è abbastanza
comune, quasi mai allo stato arboreo. Cresce in boschi e boscaglie
disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e freschi, dal livello
del mare ai 1200 m circa. Il legno, di colore bruno scuro, è pesante,
durevole e con belle venature, ed è impiegato nella fabbricazione di
mobili di pregio. Con il mallo di frutti acerbi, da raccogliere
tradizionalmente il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, si prepara
il liquore 'nocino'. I semi sono largamente utilizzati nell'alimentazione
umana e da essi si ricava un olio alimentare impiegato anche nelle
industrie di vernici, di colori e in profumeria. Le radici contengono lo
juglone, una sostanza che può avvelenare gli alberi circostanti. Può vivere
fino ai 600 anni e il suo tronco può raggiungere i 2 m di diametro. Il nome
generico deriva dal latino 'Jovis glans' (ghianda di Giove); quello
specifico significa 'regale' ed allude anch'esso a Giove, il re degli dei.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie non odorose, con più di 9 foglioline. Fiori gialli, con petali. Arbusto
Emerus major Mill. subsp. emeroides (Boiss. & Spruner) Soldano & F. Conti
Entità submediterraneo-orientale appartenente ad una specie
eurimediterranea presente con due sottospecie in tutte le regioni d'Italia;
questa sottospecie è presente in Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna,
Italia centro-meridionale e Isole. Nella nostra regione è diffusa sino alla
fascia montana, con lacune forse dovute a confusione con la subsp.
emerus
; in Carso è comune ovunque. Cresce nelle più diverse vegetazioni
forestali aperte, ma anche in arbusteti, nelle pinete, nella macchia costiera,
al di sotto della fascia montana superiore, con optimum nella fascia
submediterranea. Dopo gli incendi forma a volte popolamenti quasi puri.
Le foglie contengono sostanze amare e spesso vengono adoperate per
adulterare i preparati a base di
Cassia acutifolia
Delile (Senna), da cui
uno dei nomi volgari: 'Cassia mata'. Il nome generico deriva dal greco
'kérmeros' (addomesticato), cioè pianta coltivata. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: gennaio-ottobre.
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Piante lianose, rampicanti o volubili
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Alberi o arbusti
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Foglie di color verde scuro, sempreverdi
Hedera helix L. s.l.
L'edera è una specie mediterraneo-atlantica comune in tutta Italia dal
livello del mare sino alle faggete termofile della fascia montana inferiore.
Nella nostra regione, Carso incluso, è ampiamente diffusa e comune.
Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui raggiunge la
chioma in siti umidi, formando intrichi con
Clematis vitalba
ed altre liane.
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