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Regolamento del Comune di Torino Si tratta di un albero di grandi dimensioni, adatto a parchi grandi e spaziosi che ne
consentano lo sviluppo soprattutto in larghezza. Il legno è aromatico, tenero e di facile lavorazione; nei luoghi di origine
è utilizzato da secoli per costruire grandi travi, spesso riccamente intagliate e decorate, per falegnameria, armature e
carpenteria edile in genere; i mobili costruiti con questo legno aromatico mantengono lontane le tarme. Dal legno si può
estrarre un olio essenziale usato in profumeria. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Celtis australis
L. subsp.
australis
Il bagolaro è un albero deciduo dell' Europa centro-meridionale
diffuso anche in Asia occidentale e Africa settentrionale, di antica
introduzione ai limiti settentrionali dell'areale e oggi coltivato un
po' ovunque nei viali e nel verde urbano, ma presente in tutta Italia
anche allo stato subspontaneo in siepi e boschetti presso gli abitati,
al di sotto della fascia montana. Nell'Orto Botanico di Torino la
specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1821,
inoltre alcune giovani piante furono acquistate dal vivaio del Sig.
Prudente Bessone di Torino nel 1851 e viene nuovamente
menzionata in coltura nel 1874. Attualmente sono presenti alcuni
esemplari di discrete dimensioni di cui almeno uno già coltivato nel
1918, data in cui venne raccolto un campione d'erbario ancora
conservato. Nel verde pubblico torinese la specie è la terza
maggiormente rappresentata , con circa 5.000 esemplari. È una
specie frugale che si presta bene all'utilizzo per il rimboschimento di pendii aridi; il fogliame è un ottimo foraggio ed è
una pianta mellifera. È ampiamente utilizzata nei parchi cittadini e nelle alberature stradali per la rusticità, la resistenza
all'inquinamento e la longevità, anche se il forte e superficiale apparato radicale tende a rompere i marciapiedi e il
manto stradale. Il legno, chiaro, molto resistente ed elastico, è impiegato in falegnameria, per lavori al tornio ed è un
ottimo combustibile. In alcune aree del Mediterraneo con i noccioli delle drupe si costruivano rosari, da cui il nome
locale di 'albero dei rosari'. Altro nome con cui è noto è 'spaccasassi', perché ha un apparato radicale molto forte che gli
permette di radicare anche in terreni particolarmente sassosi. I frutti maturi sono commestibili. Il nome generico era
quello di un albero presso i Greci antichi, quello specifico in latino significa 'meridionale'. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Celtis occidentalis
L.
Il bagolaro americano, o bagolaro occidentale, è un grande albero
deciduo originario del Nord America, dall'Ontario e Quebec
meridionali al New England e Carolina (Appalachi), spingendosi
ad ovest sino all'Oklahoma e al Sud Dakota. La specie è stata
introdotta in Europa a scopo ornamentale è viene frequentemente
piantata in parchi e giardini. Nell'Orto Botanico di Torino la specie
è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1824 e nel 1828.
Inoltre semi provenienti da S. Pietroburgo furono seminati nel 1841
e alcune giovani piante vennero acquistate nel 1851. Attualmente
sono presenti alcuni esemplari di discrete dimensioni che
potrebbero risalire a metà oppure fine '800. In natura la specie
cresce in habitat diversi, anche se predilige terreni ricchi di calcare.
Il legno è di colore giallo chiaro, pesante, morbido, a grana grossa,
non molto resistente, e viene utilizzato per la produzione di mobili a basso costo. I frutti, anche se commestibili, sono
piccoli e poco carnosi. Il nome generico era quello di un albero presso i Greci antichi, quello specifico allude all'origine
americana (occidentale) della specie. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Celtis sinensis
Pers.
Il bagolaro cinese è un albero deciduo originario dell'Asia orientale
(Cina, Corea e Giappone), ove cresce ad altitudini comprese tra 100 e
1500 m. Fu introdotta in Europa a scopo ornamentale e oggi è
abbastanza frequente in parchi e giardini dell'Europa temperata,
mentre in Australia è diventata una pericolosa specie invasiva.
Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima volta
in coltivazione nel 1810 ed è nuovamente menzionata nella
seminagione generale del 1881. Attualmente sono presenti due
esemplari probabilmente risalenti a fine '800 di cui uno prossimo agli
80 cm di diametro e quindi tale da avere i requisiti per l'inserimento
tra gli alberi monumentali della città di Torino secondo quanto
previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con