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ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo combustibile, è utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal greco
'koris' (elmo), e si riferisce alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre la nocciola; il nome specifico deriva da Avella,
un centro campano nella provincia di Avellino, noto sin dai tempi dei Romani per la produzione di nocciole. Forma
biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Cryptomeria japonica
(Thunb. ex L. f.) D. Don
La criptomeria è una specie originaria del Giappone e della Cina,
introdotta nel 1844 in Europa, ove è utilizzata come pianta
ornamentale. In Italia è anche coltivata per rimboschimento nel
Meridione, dal livello del mare a 1200 m, ed è segnalata come
avventizia in Lombardia. Nell'Orto Botanico di Torino la specie è
stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1819 ed è ora
presente con alcuni esemplari. In Giappone, conosciuta con il nome
'sugi', è una pianta di notevole interesse forestale: il legno
profumato, leggero, di colore rosa-rossastro, tenero, omogeneo e
molto durevole, è resistente ai marciumi e ai processi di
decomposizione e viene utilizzato sia per la fabbricazione di mobili
che per pannelli divisori all'interno delle abitazioni. Può vivere
oltre i 200 anni. Il nome generico deriva dal greco 'kryptos'
(nascosto) e 'meros' (parte), alludendo alla difficoltà di distinguere
fra loro le diverse parti del fiore; quello specifico richiama uno dei luoghi di origine, il Giappone. Forma biologica:
fanerofita scaposa.
Diospyros lotus
L.
Albero originario delle zone temperate dell'Asia, è stato introdotto
in Europa come pianta ornamentale o come portainnesto del caco.
Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima
volta in coltivazione nel 1805 e nel 1821. Successivamente furono
acquistati alcuni esemplari dal vivaio del Sig. Prudente Bessone di
Torino nel 1851 e la specie è inoltre menzionata tra le 'Piante
arboree più notevoli di piena terra' nel 1874 con il nome di
Diospyros calycina
. Attualmente sono in coltivazione due
esemplari, di cui quello di maggiori dimensioni potrebbe risalire
agli ultimi decenni dell'800. Presenta infatti diametro pari a 57 cm,
tale da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi monumentali
della città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge
Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009)
recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Predilige
terreni calcarei asciutti. I frutti, commestibili, sono una piccola bacca sferica di 2 cm di colore giallo-arancio:
inizialmente molto aspri, avvizzendo, diventano dolci e gradevoli. La specie è conosciuta sotto diverse denominazioni,
tra le quali 'legno di Sant'Andrea' e 'legno santo', perché leggenda vuole che Sant'Andrea fosse stato crocifisso proprio
su quest'albero. Il nome generico è dato dall'unione dei due termini greci antichi 'diós' (Dio) e 'pyrós' (frutto) e
letteralmente significa 'frutto degli dei'. Il nome specifico deriva dal greco 'lotos' (in latino 'lotus'), nome con cui
venivano indicate diverse piante fra cui trifoglio e meliloto, leguminose selvatiche foraggere e commestibili, ed il
famoso Loto di cui si nutrivano i lotofagi, una pianta non identificata con sicurezza, di cui uno dei candidati è proprio
questa specie. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Diospyros virginiana
L.
Albero originario della parte meridionale degli Stati Uniti, dal New
England alla Florida, e ad ovest sino in Texas, Louisiana,
Oklahoma e Kansas, è coltivato per i suoi frutti ed il legno fin dalla
preistoria dai nativi americani. Nell'Orto Botanico di Torino la
specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1802 e nel
1821. Semi provenienti da Valenza furono seminati nel 1880.
Attualmente sono in coltivazione due esemplari, di cui quello di
maggiori dimensioni potrebbe risalire agli ultimi decenni dell'800.
Presenta infatti diametro pari a circa 45 cm, tale da avere i requisiti
per l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di Torino
secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e
sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo
Regolamento del Comune di Torino. Il frutto, commestibile e ricco
di vitamina C, in Nord America viene frequentemente utilizzato per