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per riconoscere le piante a livello locale. Questo
libro tenta di colmare il vuoto con un approccio
innovativo: include una chiave per l’identificazione
di tutte le piante sinora note, generata da un calco-
latore e consultabile in forma sia stampata che in-
terattiva (con diverse interfacce d’interrogazione),
in rete o su strumenti
mobile
di ultima generazione.
La chiave dicotomica presentata in questo libro è
svincolata dalla sistematica e quindi relativamente
facile, anche perchè è accompagnata da un ricco
apparato d’illustrazioni e di note associate a ogni
specie. Il suo scopo è quello di contribuire a far ap-
prezzare la straordinaria ricchezza biologica della
Carnia, una risorsa che merita conoscere, difendere
e preservare per le generazioni future.
Classificazione e identificazione
La parte centrale di questo libro è la chiave dicoto-
mica per l’identificazione di tutte le piante vascolari
sinora segnalate per l’area di studio (1244 tra specie
e sottospecie). La chiave è ovviamente stampata su
carta ma esiste anche in versioni interattive consul-
tabili via internet, DVD-Rom, palmari e telefonini
di ultima generazione. La versione in internet per-
mette ricerche a criterio singolo e a criterio multi-
plo ed è molto diversa da quella stampata. Anche
quest’ultima tuttavia - apparentemente simile a una
“classica” chiave dicotomica - ha caratteristiche
originali, essendo il prodotto di un sistema infor-
matizzato costruito sulla base di un approccio piut-
tosto diverso da quello tradizionale.
Le flore “classiche” sono anch’esse basate su chia-
vi dicotomiche, cioè una serie di opzioni numerate
che dovrebbero portare al nome della famiglia, poi
a quello del genere, e infine - se va bene - al nome
della specie, am queste sono organizzate sugli sche-
mi della classificazione biologica: si dice ancora,
impropriamente,
classificare
una pianta invece di
identificare
una pianta.
Classificazione e identificazione sono però processi
logico-operazionali completamente diversi (Bridg-
man 1927). La classificazione biologica raggruppa
gli organismi per affinità evolutive, mentre gli stru-
menti d’identificazione mirano al nome. Le classifi-
cazioni mutano con i progressi della ricerca, i nomi
dovrebbero essere stabili: nella storia ci sono stati
solo due vocabolari in cui i nomi cambiavano conti-
nuamente: quello dell’antica Babilonia e quello del-
la moderna nomenclatura biologica (Nimis 1998,
2001).
A partire da Gutenberg, l’identificazione degli or-
ganismi è stata affidata alla carta stampata, che im-
plica diversi vincoli all’organizzazione dei dati (Ni-
mis
et al
. 2003). La sistematica si presta allo scopo:
segue uno schema gerarchico (classe, ordine, fami-
glia, genere, specie, ecc.) che garantisce coerenza
ai percorsi d’identificazione. Nelle flore classiche
classificazione e identificazione sono quindi legate a
filo doppio, anche se i caratteri di ordini, famiglie e
generi sono difficili, per cui le chiavi classiche sono
spesso difficili.
Classificazione e identificazione oggi tendono a di-
vergere. La moderna sistematica molecolare sta ri-
voluzionando i vecchi schemi classificatori basati su
caratteri facilmente osservabili: i nuovi dati suggeri-
scono che spesso che piante apparentemente simi-
li non sono “parenti” nei percorsi evolutivi, o che
piante apparentemente diverse hanno un’origine
comune. I cambiamenti sono stati così rapidi che
molti testi seguono ancora una tradizione fuorvian-
te. La nomenclatura binomia di Linneo, attraverso
il nome generico, vincola il nome di un organismo
alle mutevoli ipotesi sulle sue affinità evolutive. Al-
cuni autori (ad es. Cantino, 2000) ritengono che la
nomenclatura dovrebbe svincolarsi dalla sistemati-
ca, un processo non facile. Oggi è comunque più
facile svincolare l’identificazione dalla sistematica.
L’informatica permette infatti di organizzare i dati
meglio della carta stampata, sperimentando infiniti
percorsi d’identificazione basati sulle più diverse
combinazioni di caratteri, tra cui quelli ecologico-
distribuzionali, raramente utilizzati nelle flore clas-
siche in quanto estranei al loro schema sistematico.
Nella presentazione di un moderno testo di Botani-
ca Sistematica (Judd
et al
. 2002), si legge che: “
gli
studenti apprezzeranno ben presto i vantaggi di aver
abbandonato del tutto i ranghi tassonomici
”. Chi
vuole dare un nome a una pianta può fare a meno
della sistematica, chi vuole saperne di più sulla sua
evoluzione deve rivolgersi alla sistematica ma deve
prima conoscerne il nome. Il processo per attribu-
ire un nome a un organismo - l’identificazione - è
comunque fondamentale. Linneo, nell’introduzio-
ne alla Critica Botanica (Linnaeus, 1737) scrisse
una frase celebre:
Nomina si nescis perit et cognitio
rerum
(Se non conosci i nomi, muore la conoscenza
delle cose).
Anche un tempo il Nome portava a nuove cono-
scenze attraverso la consultazione di enciclopedie
o libri specializzati. Oggi il Nome di un organismo
- digitato via Internet in un motore di ricerca - apre
l’accesso critico a migliaia di pagine web che con-
tengono le informazioni più diverse. Il Nome di
una pianta è la chiave per aprire un tesoro di cono-
scenze, non solo sulle sue affinità evolutive ma an-
che sulla sua forma, distribuzione, ecologia, utilità
pratica, coltivazione, ecc.
Questo libro vuole aiutare chi è alla ricerca dei
Nomi.
Il progetto
Dryades
La nostra chiave alla flora origina dal Progetto
Drya-
des
dell’Università di Trieste (le Driadi erano Ninfe
associate a una pianta), sorto nel 2002 a partire da 4
progetti cofinanziati dal Ministero per l’Università
coordinati da P.L.Nimis che hanno coinvolto più di
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