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dentale del territorio a causa del clima mag-
giormente continentale. Molte delle specie più
caratteristiche di questa fascia, incluso l’abete
rosso (
Picea abies
), hanno raggiunto le Alpi du-
rante il periodo glaciale a partire dalla Siberia,
per cui hanno l’optimum in climi continentali
con relativamente scarse precipitazioni e forti
sbalzi di temperatura.
4) Zona temperata
: foreste di latifoglie decidue.
Fascia temperata, che da noi può venire sud-
divisa in due parti:
a) Fascia montana
o tem-
perato-fredda, dominata dal faggio,
b) Fascia
submediterranea
o temperato-calda, domi-
nata da latifoglie diverse dal faggio (querce,
carpino bianco). La maggior parte dell’area
di studio (tra 800 e 1700 m circa) è sita nel-
la fascia del faggio, con diversi tipi di faggete,
da quelle termofile nei dintorni di Ampezzo a
quelle miste con abete bianco (
Abies alba
) che
caratterizzano i versanti più freschi della Con-
ca di Sauris, come il Bosco Flobia e il Bosco
della Stua. La vegetazione submediterranea è
confinata ai dintorni di Ampezzo, ma singoli
elementi, come l’orniello (
Fraxinus ornus
) e il
carpino nero (
Ostrya carpinifolia
), riescono a
salire sin quasi a 1200 m sui versanti meridio-
nali del M. Nauleni, lungo la strada che porta
al Passo Pura.
5) Zona mediterranea
: foreste di sclerofille sem-
preverdi come il leccio.
Fascia mediterranea
,
che in regione è ristretta alla costiera triestina e
manca completamente nell’area di studio.
La distribuzione delle piante segue spesso la sud-
divisione in zone e fasce, ma è complicata da una
miriade di fattori geografici e storici. I botanici han-
no cercato - non sempre con successo - di compri-
mere l’estrema varietà delle distribuzioni in pochi
tipi variamente chiamati
corotipi
,
elementi fitogeo-
grafici
,
geoelementi
,
ecc. Anche in questo libro le
distribuzioni di una pianta sono descritte da pochi
aggettivi: mediterranea, pontica, illirica, endemica,
ecc. Qui ci limitiamo a spiegare brevemente i tipi
distribuzionali principali che menzioniamo nelle
note alle specie.
Le specie endemiche
– Le piante endemiche sono
quelle ristrette a un’area ben definita. Il significa-
to varia con la scala geografica: vi sono endemiche
di una montagna o dell’Europa. In questo libro il
termine è usato in senso geograficamente ristretto,
privilegiando le aree più vicine alle Alpi Carniche
e specificando l’area di cui la pianta è “endemica”.
Nell’area di studio vive un gruppo consistente di
specie endemiche delle Alpi, ad esempio:
Achillea
macrophylla
,
Androsace helvetica
,
Bupleurum petra-
eum
,
Campanula carnica
,
C. cespitosa
,
C. thyrsoides
subsp.
carniolica
,
Carduus defloratus
,
Cerastium
uniflorum
,
Chondrilla chondrilloides
,
Crepis sloveni-
ca
,
Doronicum glaciale
,
Draba hoppeana
,
Eryngium
alpinum
,
Erysimum sylvestre
,
Festuca norica
,
F. ste-
nantha
,
Gentiana bavarica
,
Helichtochloa praeusta
,
Hemerocallis lilioasphodelus
,
Hieracium porrifo-
lium
,
Homogyne discolor
,
Jacobaea abrotanifolia
,
J.
alpina
,
Leontodon tenuiflorum
,
Leontopodium alpi-
num
subsp.
nivale
,
Minuartia cherlerioides
,
Minuar-
tia rupestris
,
Nigritella rubra
,
Noccaea rotundifolia
,
Pedicularis recutita
,
Physoplexis comosa
,
Phyteu-
ma scheuchzeri
subsp.
columnae
,
Ph. sieberi
,
Ph.
zahlbruckneri
,
Pilosella pachypila
,
P. sphaerocephala
,
P. viridifolia
,
Polygala nicaeensis
subsp.
carniolica
,
Primula wulfeniana
,
Saxifraga burseriana
,
S. crusta-
ta
,
S. hostii
,
S. squarrosa
,
Sesleria sphaerocephala
,
Thesium rostratum
,
Trisetaria argentea
,
Valeriana
saxatili
s, ecc. Alcune specie sono invece endemiche
sia delle Alpi che degli Appennini, come:
Campa-
nula spicata
,
Gentianella anisodonta
,
Potentilla ni-
tida
,
Ranunculus montanus
,
Soldanella minima
,ecc.
oppure hanno areale che si estende dalle Alpi ai
Carpazi, come
Achillea clavennae
,
Alnus viridis
,
Antennaria carpathica
,
Epimedium alpinum
,
Festu-
ca nitida
,
Gentianella lutescens
,
Leontodon incanus
,
Pedicularis rostratocapitata
,
Salix alpina
,
S. glabra
,
S.
waldsteiniana
,
Sorbus chamaemespilus
, ecc.
Il grup-
po più interessante di specie endemiche, quello che
caratterizza maggiormente la flora dell’area di stu-
dio, è dato da piante che sono endemiche delle Alpi
Orientali, con areale a volte esteso alle montagne
adiacenti, come le Dinaridi. Tra queste si possono
citare
: Achillea barrelieri
subsp.
oxyloba
,
Aquilegia
einseleana
,
Arenaria huteri
,
Daphne striata
,
Gentia-
na lutea
subsp.
vardjanii
,
Gentianella pilosa
,
Laser-
pitium peucedanoides
,
Minuartia austriaca
,
Oxytro-
pis jacquinii
,
Paederota bonarota
,
P. lutea
,
Papaver
alpinum
subsp.
rhaeticum
,
Pedicularis elongata
,
Ranunculus hybridus
,
R. venetus
,
Rhodothamnus
chamaecistus
,
Spiraea decumbens
,
Valeriana elon-
gata
, ecc
.
La ricchezza di specie endemiche nella
flora dell’area di studio è dovuta principalmente al
fatto che durante i periodi glaciali le Alpi Meridio-
nali ospitavano diverse montagne libere dai ghiacci
che hanno avuto la funzione di aree di rifugio per
le piante della flora alpina preglaciale. Ciò si riflet-
te anche nell’ecologia di queste specie, la maggior
parte delle quali sono tipiche della fascia alpina al
di sopra del limite degli alberi.
Le specie illiriche
– Questo gruppo, che contribui-
sce a donare un carattere ‘orientale’ all’area di stu-
dio, include piante diffuse nella Penisola Balcanica,
soprattutto in Dalmazia, che a volte raggiungono
le Prealpi Orientali e la parte adriatica della Peni-
sola Italiana (durante alcuni periodi interglaciali il
mare si era ritirato a sud di Ancona). Tra le specie
illiriche dell’area di studio si possono citare:
Al-
lium ochroleucum
,
Cardamine enneaphyllos
,
Cytisus
pseudoprocumbens
,
Euphorbia triflora
subsp.
kerne-
ri
,
Galium laevigatum
,
Hieracium pospichalii
,
Iris
cengialtii
subsp.
illyrica
,
Lamium orvala
,
Leucanthe-
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