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Europa come albero ornamentale in grandi parchi e giardini, ma solo in
aree con inverno mite. Può vivere 150-200 anni. In Italia è segnalata a
partire dal 1828, ed è oggi è presente con più varietà; è segnalato come
specie avventizia in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Campania.
Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a –20°C) eliminarono gran
parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei luoghi d'origine il legno era
storicamente usato per costruire templi, idoli e oggetti sacri. È abbastanza
sensibile agli inquinanti atmosferici. Il nome generico deriva dal termine
greco 'kédros', che indicava una conifera non meglio identificata; il nome
specifico deriva dal sanscrito 'devadāru' o 'devodara' (albero degli dèi), in
riferimento alla sua imponenza e all'utilizzo del legno. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2
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Tronco grigio. Chioma non a forma di ombrella
Pinus nigra J.F. Arnold subsp. nigra
Specie preglaciale a carattere relitto, con areale piuttosto ampio e
frammentario sulle montagne dell'Europa meridionale e differenziazione in
numerose stirpi locali variamente trattate a livello tassonomico. In Italia le
sue stazioni primarie sono limitate alle Alpi e Prealpi calcareo-dolomitiche
e all'Appennino centrale. Cresce su rupi calcaree, dal livello del mare ai
1200 m circa. Si tratta di un pino molto apprezzato a scopo paesaggistico e
ornamentale per la sua adattabilità, per lo sviluppo relativamente rapido e
per il notevole effetto estetico. Può essere utilizzato come essenza da legno
o per il rimboschimento nelle zone montane in fasce comprese fra i 600 e i
1500 m. Il nome generico deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina,
essudato della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico
'pen' (testa) per la forma della chioma. Il nome specifico allude al colore
scuro della scorza e della chioma. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Tronco rossastro. Chioma a forma di ombrella
Pinus pinea L.
Originario delle regioni mediterranee dell'Europa meridionale e delle coste
dell'Asia Minore, è presente in quasi tutte le regioni d'Italia dal livello del
mare agli 800-1000 m. Insieme a
P. pinaster
è una specie litoranea tipica
delle zone costiere mediterranee. Viene coltivato per il suo seme
commestibile (i pinoli) e per rimboschire le pinete delle zone litoranee. Il
pino domestico è rustico e si adatta bene anche a substrati poveri, ma è
sensibile all'inquinamento che provoca arrossamento e necrotizzazione
delle parti terminali degli aghi. Il nome generico deriva dal latino 'pix,
picis' (pece, resina, essudato della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare),
oppure dal celtico 'pen' (testa) per la forma della chioma; il nome specifico
si riferisce alla parte commestibile dei semi, i pinoli. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie disposte in verticilli (più di 2 foglie originanti dallo stesso punto del fusto)
Nerium oleander L. subsp. oleander
L'oleandro è una specie originaria delle regioni mediterranee e dell'Asia
minore, diffusamente coltivata a scopo ornamentale in varie forme, anche a
fiori doppi. In Italia cresce spontaneamente al sud presso i litorali,
inoltrandosi all'interno lungo i corsi d'acqua, dal livello del mare ai 300 m
circa. Cresce nella vegetazione riparia degli ambienti mediterranei, sia su
suoli sabbiosi che su greti sassosi, formando spesso una fitta vegetazione. È
una pianta molto tossica in tutte le sue parti per l'uomo e per i mammiferi
in genere: tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) contiene oleandrina, un
glicoside cardiotossico, che ogni anno causa parecchi casi di
avvelenamento anche mortale, a danno soprattutto di escursionisti che
usano i rami per i barbecue. Il nome generico deriva dal greco antico 'naros'
(fluente, corrente), in riferimento all'habitat naturale, i greti e le rive di