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malattie. I frutti possono essere consumati freschi oppure utilizzati nella
preparazione di marmellate. Il legno, assai duro, si presta alla costruzione
di piccoli utensili come pestelli da mortaio, ingranaggi dei mulini, etc.; gli
antichi Romani lo impiegavano per la fabbricazione delle aste dei
giavellotti. Il nome generico deriva dalla radice indoeuropea 'kar' (duro), da
cui anche il latino 'cornus' (corno), ed allude alla durezza del legno; il nome
specifico, che in latino significa 'maschile', quindi 'forte', 'robusto', fu usato
per contrapporlo al
Cornus sanguinea
, chiamato da Plinio 'Cornus femina'.
Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-aprile.
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Foglie sempreverdi, coriacee. Fiori bianchi. Frutto bluastro
Viburnum tinus L. subsp. tinus
Specie mediterranea presente allo stato spontaneo in tutta l'Italia centro-
meridionale e nella zona insubrica, altrove ampiamente coltivata in parchi e
giardini e spesso inselvatichita, dal livello del mare agli 800 m circa.
Cresce nella macchia mediterranea, su suoli limoso-argillosi ricchi in
scheletro, aridi d'estate, sia calcarei che marnoso-arenacei purché ricchi in
carbonati. La specie è molto utilizzata per la realizzazione di siepi. Quasi
tutte le parti della pianta sono tossiche, inclusi i frutti. Il nome del genere è
molto antico e di etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino 'viere'
(legare, intrecciare) o da 'vovorna' (dei luoghi selvatici); il nome specifico
ricorda quello usato dai Romani (laurustinus). Forma biologica: fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: ottobre-giugno.
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Foglie composte (divise in foglioline ben separate tra loro)
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Foglie non composte
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20
Piante spinose
Rosa spp. (cultivars)
Il genere
Rosa
è diffuso in quasi tutto il globo. Le rose spontanee, da cui
sono derivate le rose coltivate, si sono sviluppate nelle regioni dell'emisfero
boreale e hanno fiori con cinque petali. Le più importanti fra le rose antiche
da giardino hanno avuto origine da
R. gallica
L. (l'unica fra le rose antiche
con petali rossi),
R. phoenicea
Boiss.,
R. canina
L., e altre entità
comunemente riunite sotto il nome di
R. moschata
s.l. L'introduzione di
R.
chinensis
Jacq. in Inghilterra, verso la fine del 1700, ha determinato una
totale rivoluzione nella coltivazione delle rose, tanto che il 1800 può essere
considerato la linea di demarcazione fra le rose antiche da giardino e quelle
moderne. Dall'ibridazione delle rose cinesi con
R. gallica
,
R. damascena
,
R. alba
e
R. moschata
sono derivate le rose moderne da giardino, che
presentano il fenomeno della rifiorenza (legata ad un gene recessivo
introdotto nelle rose moderne dalle rose cinesi). In particolare, le Rose Tè
(rose con il profumo di tè) hanno concorso alla produzione di una vasta
gamma di colori. Il nome generico deriva dal latino 'rosa', dal greco 'rodon',
con identico significato.
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Piante non spinose
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Foglie trifogliate
Laburnum anagyroides Medik. subsp. anagyroides
Il maggiociondolo è una specie dell'Europa meridionale presente in tutte le
regioni dell'Italia continentale salvo forse che in Valle d'Aosta. Cresce in
boschetti presso gli abitati su suoli argillosi umiferi e ricchi in basi al di
sotto della fascia montana, con optimum nella fascia submediterranea,
sostituito più in alto da
L. alpinum
. Tutta la pianta, soprattutto semi e
foglie, producono un alcaloide tossico (neurotossina), la citisina, che
paralizza i centri nervosi provocando avvelenamenti anche mortali. La
pianta è spesso usata a scopo ornamentale; il legno si conserva bene e trova
uso nella paleria, ma anche per lavori al tornio e pavimenti; è una specie
poco longeva (50-70 anni). Il nome generico era già in uso presso i Romani