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freschi a periodicamente sommersi. Tende ad ibridarsi facilmente con
l'olmo montano. Il legno, bruno-marrone, è molto robusto, duro e resistente
a trazione e compressione; viene utilizzato per articoli sportivi, sedie,
pavimenti ecc. È anche molto resistente alla prolungata immersione in
acqua. In passato la scorza, ricca di tannini e sostanze coloranti, veniva
usata per tingere di giallo le lane e le conce speciali. Può vivere circa 500
anni. Negli ultimi decenni gli olmi nostrani sono stati colpiti da una grave
malattia, la grafiosi, causata dal fungo ascomicete
Ceratocystis ulmi
; il
micelio di questo fungo, veicolato da coleotteri Scolitidi che scavano
gallerie tra il legno e la corteccia, provoca la chiusura dei vasi conduttori e
quindi l'essiccazione della pianta. È di dimensioni minori rispetto a
U.
glabra
, per questo è una specie più adatta ad ambienti cittadini. Il nome
generico era già in uso presso i Romani, quello specifico allude alla minore
dimensione delle foglie rispetto all'olmo montano. Forma biologica:
fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-
marzo.
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Foglie a base cuoriforme
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è spesso coltivato
in parchi e giardini con una certa tendenza a rinselvatichirsi; è presente in
quasi tutta Italia (salvo che in Valle d'Aosta e Liguria, e segnalato
erroneamente in Piemonte), spontaneo o avventizio, dal livello del mare
agli 800 m circa. Cresce allo stato subspontaneo presso le aree urbane in
siepi e boschetti disturbati, su suoli di solito calcarei, ricchi in scheletro e
aridi d'estate. È una specie molto usata a scopo ornamentale. Grazie alla
sua frugalità può essere impiegata come pianta pioniera nei
rimboschimenti. Il nome del genere deriva dal greco antico 'kerkis'
(navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il nome specifico,
che deriva dal latino 'siliqua', si riferisce alla forma allungata del legume. Il
nome comune è 'albero di Giuda'; tale nome è probabilmente una
storpiatura di 'albero della Giudea' (regione in cui era molto diffuso);
secondo la tradizione popolare, Giuda si sarebbe impiccato su quest'albero.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie a base non cuoriforme
36
36
Foglie a margine dentato o dentellato
37
36
Foglie a margine intero
40
37
Piante sempreverdi con foglie coriacee
38
37
Piante decidue con foglie non coriacee
39
38
Foglie adulte grigio-pelose di sotto. Fiori unisessuali, senza petali. Frutto a ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante nei residui
boschi di sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi decidui
o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in
scheletro. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto duro e
resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene
comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come
parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La
corteccia è usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le
ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano
usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice
indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer'
(bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con analoghi termini
greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo