7
fiumi e torrenti; il nome specifico deriva dal latino 'olea' (olivo),
probabilmente per l'aspetto delle foglie che richiamano vagamente quelle
dell'olivo. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
maggio-luglio.
7
Foglie alterne od opposte
8
8
Foglie opposte
9
8
Foglie alterne
19
9
Piante lianose
10
9
Alberi o arbusti
11
10
Pianta con un latice bianco (rompere il fusto!). Fiori a simmetria raggiata. Frutto secco
Trachelospermum jasminoides (Lindl.) Lem.
La specie è originaria dell'Asia orientale (Giappone, Corea, Cina
meridionale, Vietnam), e viene ampiamente utilizzata come pianta
ornamentale in tutta l'Europa meridionale. Dai fiori si ricava un olio
essenziale usato in profumeria. Tutte le parti della pianta sono tossiche se
ingerite. Il latice può provocare irritazioni della pelle e reazioni
fotoallergiche in individui sensibili. Il nome generico deriva dal greco
'trachelos' (gola, collo) e 'sperma' (seme), alludendo ai semi di forma
lineare-allungata; il nome specifico allude alla somiglianza con i veri
gelsomini (genere
Jasminum
). Forma biologica: faanerofita lianosa.
10
Piante senza latice bianco. Fiori a simmetria bilaterale. Frutto carnoso
Lonicera japonica Thunb.
Specie originaria dell'Asia orientale (Cina, Corea, Giappone), è presente in
Italia dal 1820. Introdotta per ornamento ma con forte propensione a
diffondersi spontaneamente, è segnalata come avventizia in Italia centro-
settentrionale (salvo che in Umbria), Abruzzo e Campania, dal livello del
mare ai 600 m circa. Cresce in vegetazioni ruderali, nelle siepi, ai margini
di strade, in discariche, spesso alla periferia degli abitati, e può essere
anche invadente. Le bacche contengono glucosidi e sono tossiche. Il genere
è dedicato al botanico tedesco Adam Lonitzer-Lonicerus (1528-1586). Il
nome specifico allude ad uno dei paesi di origine. Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
11
Foglie composte (divise in foglioline completamente
separate tra loro)
12
11
Foglie non composte
14
12
Foglie palmate
Aesculus hippocastanum L.
L'ippocastano è un albero ornamentale di origine balcanico-asiatica
introdotto da Clusius nei giardini imperiali di Vienna nel 1576 e poi diffuso
in tutto l'Impero, per cui oggi è comune nell'Italia nord-orientale. In Italia si
trova in quasi tutte le regioni, in particolare al Nord, dalla pianura fino a
1200 m. È coltivato in viali, parchi e giardini. A volte è subspontaneo nei
boschi termofili della fascia collinare. Le alberature sono oggi attaccate da
un lepidottero (
Cameraria ohridella
) che causa il precoce appassimento
delle foglie. Alcune parti della pianta sono velenose se ingerite (tra queste i
frutti e il nettare). I semi contengono saponine e servivano a produrre
sapone in tempo di guerra. Il nome generico era già in uso presso i Romani
che però con esso designavano una quercia. Il nome specifico deriva dal
greco 'hippos' (cavallo), e 'kastano' (castagna), per l'aspetto dei frutti,
utilizzati in Oriente come alimento per i cavalli. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
12
Foglie pennate
13