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abitati, su suoli argillosi umiferi e ricchi in basi, al di sotto della fascia montana, con optimum nella
fascia submediterranea, sostituito più in alto da
L. alpinum
. Tutte le parti della pianta, soprattutto
semi e foglie, contengono un alcaloide tossico (neurotossina), la citisina, che paralizza i centri
nervosi provocando avvelenamenti anche mortali. La pianta è spesso usata a scopo ornamentale; il
legno si conserva bene e trova uso nella paleria, ma anche per lavori al tornio e pavimenti. Il nome
generico era già in uso presso i Romani per una pianta simile; il nome specifico significa ‘simile ad
un’
Anagyris
’ (un’altra Fabacea). Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura:
maggio-giugno.
Laurus nobilis
L.
L’alloro è un albero sempreverde a distribuzione mediterraneo-atlantica, di antica introduzione in
Italia settentrionale, ove anche grazie ai merli che ne diffondono i semi è diffuso anche allo stato
subspontaneo. È presente in tutte le regioni d’Italia (in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto
e Friuli Venezia Giulia come pianta avventizia). Cresce in stazioni soleggiate nella zona dell’olivo;
altrove, con l’edera ed il pungitopo, forma piccole oasi di laurofille sempreverdi, soprattutto su
substrati arenacei freschi, dal livello del mare a 800 m circa. Le foglie sono notissime come
condimento. I frutti contengono olii essenziali e un grasso impiegato in profumeria. L’olio di lauro,
estratto dai semi, è un componente dell’olio laurino, utilizzato contro i dolori reumatici. La pianta è
tradizionale simbolo di gloria e di affermazione: la ’laurea’ prende il nome proprio dalle corone
d’alloro. Il nome generico, assonante con il celtico ‘lauer’ (sempreverde) e con il sanscrito ‘daru’
(albero), è quello utilizzato dagli antichi Romani; il nome specifico si riferisce all’uso celebrativo
della pianta. Forma biologica: fanerofita cespugliosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
Ligustrum ovalifolium
Hassk.
Il ligustro a foglie ovali è una specie originaria del Giappone, ormai naturalizzata e tendente a
diventare infestante in gran parte d’Europa. È ampiamente usata come pianta ornamentale in parchi
e giardini, con numerose cultivar, alcune delle quali a foglie variegate. A causa delle bacche molto
appetite dagli uccelli, riesce ad espandersi facilmente, comportandosi da arbusto pioniero e
colonizzando terreni incolti e abbandonati. Le bacche sono tossiche per l’uomo. Il nome generico,
già in uso al tempo dei Romani per indicare la specie europea (
L. vulgare
), prende origine del latino
‘ligare’ (legare), perché i rami terminali venivano usati per legature e intrecci; il nome specifico si
riferisce alla forma ovale delle foglie. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: giugno-
agosto.
Ligustrum sinense
Lour.
Il ligustrino è un arbusto originario dell’estremo Oriente, oggi molto diffuso a scopo ornamentale in
parchi e giaradini, che in Italia a volte appare anche allo stato subspontaneo, soprattutto nelle
regioni del nord-est, in Toscana e in Lazio. Apprezzato a scopo ornamentale per la fioritura
abbondante e molto profumata e per la compattezza della chioma, viene spesso impiegato nella
formazione di siepi. I frutti sono bacche ovoidali, lucide, di colore nerastro, tossiche se ingerite. Il
nome generico, già in uso al tempo dei Romani per indicare la specie europea (
L. vulgare
), prende
origine del latino ‘ligare’ (legare), perché i rami terminali venivano usati per legature e intrecci; il
nome specifico deriva da ‘Sìnae’ (Cina), indicandone la provenienza. Forma biologica: fanerofita
cespugliosa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Ligustrum vulgare
L.
Il ligustro comune è un arbusto delle zone temperate dell’Eurasia, presente in tutte le regioni d’Italia
salvo che in Sardegna. Cresce nei mantelli dei boschi decidui termofili ma anche nelle siepi e nel
sottobosco, su suoli da superficiali a profondi e freschi, ricchi in basi, più o meno umiferi, al di sotto
della fascia montana. Tutte le parti della pianta, soprattutto le bacche, contengono glucosidi e sono
tossiche; in passato il succo dei frutti veniva utilizzato per colorare di rosso il vino o per produrre
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