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(frequenti sono quelli a foglie variegate). La pianta è tossica se ingerita (saponine triterpeniche e
alcaloidi) e il contatto con le foglie può originare reazioni fotoallergiche. Il nome generico è
assonante con ‘hadaéreo’ (io aderisco); quello specifico in greco significa ‘attorcigliamento’,
alludendo al modo che ha la pianta di attorcigliarsi ‘ad elica’ ai supporti. Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: settembre-ottobre.
Hippophaë fluviatilis
(Soest) Rivas Mart.
L’olivello spinoso è un arbusto-alberello deciduo a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte
le regioni dell’Italia centro-settentrionale. Cresce in siti sassosi, soprattutto sui greti dei fiumi, su
pendii franosi e calanchi, preferibilmente su substrati calcarei, da 50 a 1700 m. I frutti sono
commestibili: contengono acido malico, molta vitamina C e provitamina A (carotene) e sono
leggermente acidi, aromatici, con proprietà astringenti e purificanti per cui vengono spesso utilizzati
nei prodotti cosmetici. In Siberia vengono utilizzati per farne uno sciroppo o consumati crudi. I
frutti immaturi vengono impiegati anche per curare diarrea e dissenteria e possono venire applicati
per arrestare piccole emorragie. I rami, le foglie e la radice producono un colorante giallo.
L’olivello spinoso viene anche coltivato come pianta ornamentale per i frutti vistosi che persistono
per lungo tempo dopo la caduta delle foglie e per consolidare pendii franosi e terreni arenosi
costieri. Il nome generico deriva dal greco ‘hippophaés, -éos’, che già in Dioscoride e Plinio
designava una pianta spinosa di ambienti sabbiosi; il termine ‘hippos’ (cavallo), incluso nel nome,
potrebbe riferirsi al fatto che per lo più in Cina e Mongolia si usava pulire il mantello dei cavalli
con il succo dei frutti per renderlo lucido e brillante. Forma biologica: fanerofita cespugliosa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Juglans nigra
L.
Il noce americano è un albero originario della parte centrale e orientale degli Stati Uniti; dal 1760
ne è documentata la presenza in Italia, dove è stato importato per il suo grande valore ornamentale
per parchi e giardini di grandi dimensioni e per il legno molto pregiato. È segnalato come specie
avventizia in molte regioni dell’Italia settentrionale e in Umbria. A volte tende a riprodursi in modo
subspontaneo lungo le rive dei fiumi. Il legno è duro, omogeneo, scuro con molte venature, adatto
per mobili, calci di fucile, lavori al tornio e di incisione. Dai semi si estrae un olio commestibile
utilizzato anche nella fabbricazione dei saponi. Il nome generico deriva dal latino ‘Jovis glans’, cioè
noce di Giove; il nome specifico fa riferimento alla scorza molto scura. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Juglans regia
L.
Il noce è un albero originario dell’Europa meridionale e dell’Asia occidentale, introdotto nel resto
dell’Europa già nel Neolitico (archeofita), coltivato in tutta Italia e spesso presente allo stato
subspontaneo in quasi tutte le regioni. Allo stato subspontaneo cresce in boschi e boscaglie
disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e freschi, dal livello del mare a 1200 m circa.
Si tratta di una albero longevo che può vivere fino ai 600 anni, con il tronco che può raggiungere i 2
m di diametro. Il legno, di colore bruno scuro, pesante, durevole e con belle venature, è impiegato
nella fabbricazione di pavimenti e mobili di pregio. Con il mallo di frutti acerbi, da raccogliere
tradizionalmente il 24 giugno, giorno di San Giovanni Battista, si prepara il liquore ‘nocino’; i semi
sono largamente utilizzati nell’alimentazione umana e da essi si ricava un olio alimentare impiegato
anche nelle industrie di vernici, di colori e in profumeria. Le radici contengono lo juglone, una
sostanza che può avvelenare gli alberi circostanti. Il nome generico deriva dal latino ‘Jovis glans’
(ghianda di Giove); quello specifico significa ‘regale’ e allude anch’esso a Giove, il re degli dei.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Laburnum anagyroides
Medik. subsp.
anagyroides
Il maggiociondolo è una specie dell’Europa meridionale presente in tutte le regioni dell’Italia
continentale, salvo forse che in Valle d’Aosta. Cresce in boschetti di latifoglie decidue presso gli
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