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America, presente in tutta Italia sino a circa 2000 m. La distribuzione
regionale copre quasi tutto il territorio, con lacune nella bassa pianura
friulana e lungo le coste. Cresce su pendii aridi, in pinete e boschi
submediterranei degradati. È l'ospite intermedio della ruggine del grano
(
Puccinia graminis
), un fungo che dalle foglie di
Berberis
si trasferisce al
grano producendo danni enormi; sembra che già nei primi anni del '600
alcuni agricoltori si accorsero della relazione tra la
Berberis
e la ruggine,
ma furono derisi da chi usava i frutti della
Berberis
per fare marmellate. La
cosa fu chiarita scientificamente solo nel 1865: per il gravissimo impatto
della ruggine sul grano, la coltivazione della
Berberis
è proibita in diversi
Paesi. La pianta è sia velenosa che medicinale, per la presenza di berberina.
Il nome generico, di antico uso, deriva forse dal sanscrito 'varvarata'
(ruvidezza) per la spinosità della pianta; il nome specifico deriva dal latino
'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie non intere
27
26
Foglie intere
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27
Foglie trifogliate (con 3 foglioline)
Cytisus nigricans L. subsp. atratus (Schur) Nyman
Specie pontico-est mediterranea con tendenza temperato-continentale,
presente con due sottospecie in Italia centro-settentrionale, Abruzzo e
Basilicata. Nella nostra regione è diffusa dal Carso all'alta pianura friulana
ed alla fascia montana di Alpi e Prealpi; la presenza della subsp.
nigricans
è dubbia, mentre è stata indicata la subsp.
atratus
, verso cui tendono le
popolazioni prealpico-carsiche. Cresce in orli di boschi termofili ed in
ostrieti e pinete aperti, su suoli da sabbiosi ad argillosi ma ricchi in
scheletro, neutro-basici ma talvolta poveri in carbonati, dal livello del mare
alla fascia montana inferiore. Il nome generico era già usato da Plinio ma è
di etimologia controversa; quello specifico allude al fatto che la pianta
annerisce in erbario. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura:
giugno-luglio.
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Foglie non trifogliate (con più di 3 foglioline)
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Albero. Foglie fortemente odorose se sfregate tra le dita
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia occidentale,
introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico (archeofita) e spesso
subspontaneo in quasi tutta l'Italia, dal livello del mare ai 1200 m circa.
Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana; in Carso è
abbastanza comune, quasi mai allo stato arboreo. Cresce in boschi e
boscaglie disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e freschi. Il
legno, di colore bruno scuro, è pesante, durevole e con belle venature, ed è
impiegato nella fabbricazione di mobili di pregio. Con il mallo di frutti
acerbi, da raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno di San
Giovanni Battista, si prepara il liquore 'nocino'. I semi sono largamente
utilizzati nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio alimentare
impiegato anche nelle industrie di vernici, di colori e in profumeria. Le
radici contengono lo juglone, una sostanza che può avvelenare gli alberi
circostanti. Può vivere fino ai 600 anni e il suo tronco può raggiungere i 2
m di diametro. Il nome generico deriva dal latino 'Jovis glans' (ghianda di
Giove); quello specifico significa 'regale' ed allude anch'esso a Giove, il re
degli dei. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Piccoli arbusti. Foglie non fortemente odorose
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Foglie semplicemente pennate. Foglioline a margine dentato. Fiori gialli
Emerus major Mill. subsp. emeroides (Boiss. & Spruner) Soldano & F. Conti
Entità submediterraneo-orientale appartene
n
te ad una specie
eurimediterranea presente con due sottospecie in tutte le regioni d'Italia;
questa sottospecie è presente in Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna,
Italia centro-meridionale e Isole. Nella nostra regione è diffusa sino alla
1...,3,4,5,6,7,8,9,10,11,12 14,15,16,17,18,19,20,21,22