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fascia montana, con lacune forse dovute a confusione con la subsp.
emerus
;
in Carso è comune ovunque. Cresce nelle più diverse vegetazioni forestali
aperte, ma anche in arbusteti, nelle pinete, nella macchia costiera, al di
sotto della fascia montana superiore, con optimum nella fascia
submediterranea. Dopo gli incendi forma a volte popolamenti quasi puri.
Le foglie contengono sostanze amare e spesso vengono adoperate per
adulterare i preparati a base di
Cassia acutifolia
Delile (Senna), da cui uno
dei nomi volgari: 'Cassia mata'. Il nome generico deriva dal greco
'kérmeros' (addomesticato), cioè pianta coltivata. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: gennaio-ottobre.
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Foglie 2 volte pennate. Foglioline a margine dentato. Fiori bianchi
Aruncus dioicus (Walter) Fernald
Specie circumboreale-temperata presente in Italia settentrionale e Toscana,
tra i 500 e i 1500 m (raramente più in basso o più in alto). Nella nostra
regione è diffusa e comune sulle montagne, rara in Carso. Cresce ai
margini di boschi freschi quali faggete umide e boschi con acero di monte,
acero riccio e frassino comune. In Carso appare su flysch nelle forre alla
periferia di Trieste (Roiano), nei boschi a castagno sui versanti
settentrionali del M. S. Michele, nella parte alta del torrente Griza in Val
Rosandra e sul M. Castellaro Maggiore. È indicatrice di alta umidità
atmosferica. I germogli sono commestibili previa cottura. Il nome generico,
già usato dai Romani, deriva dal greco 'áryngos' (barba di capra) e allude
alla forma dell'infiorescenza; quello specifico dal greco 'dis' (due volte) e
'oikos' (casa), e si riferisce al fatto che i fiori maschili e quelli femminili
sono portati da piante diverse. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-luglio.
30
Foglie almeno 4 volte più lunghe che larghe
31
30
Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe
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31
Foglie con pelosità e colore non molto diversi sulle due facce
Salix purpurea L. s.l.
Specie eurasiatico-sudeuropea presente con tre sottospecie in tutte le
regioni d'Italia (salvo forse che nelle Marche). La distribuzione regionale si
estende su quasi tutto il territorio, dalle coste al settore alpino; in Carso ha
ampie lacune e non è comune. Cresce in vegetazioni arbustive pioniere di
ambienti disturbati, su suoli primitivi ghiaioso-sabbiosi periodicamente
inondati, per lo più carbonatici e ricchi in composti azotati, dal livello del
mare alla fascia montana inferiore. Come tutti i salici, la scorza e le foglie
contengono il glicoside salicina, che li rende tossici per molti animali, e da
cui si ricava l'acido salicilico. Il nome generico, di antico uso, è di origine
incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua); il nome specifico
allude al colore rossastro dei rami giovani. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie verdi di sopra, bianco-pelose di sotto
Salix alba L.
Il salice bianco è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in tutte le
regioni d'Italia. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio,
dalle coste ai fondovalle del settore alpino; in Carso è diffuso ma non
comune. Cresce presso i laghetti e nelle zone umide, su suoli da argillosi a
fangosi periodicamente inondati, ricchi in basi e composti azotati, dal
livello del mare alla fascia montana inferiore. A livello di ecosistema,
svolge una funzione di consolidamento del terreno, limitando i danni in
caso di frane. Il legno non marcisce presto in terreni saturi di acqua. I rami
giovani, soprattutto di piante capitozzate, sono utilizzati come vimini per la
costruzione di ceste, sedie, ecc. La corteccia contiene acido salicilico,
componente essenziale dell'aspirina. Con le foglie si tingeva la lana di
giallo. Può vivere fino a 200 anni. Il nome generico, di antico uso, è di
origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua); il nome
1...,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13 15,16,17,18,19,20,21,22