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allarme o di coordinamento riproduttivo).
Biologia riproduttiva
Si riproduce
tra la primavera e l’estate, la fecondazione è esterna e le uova sono pelagiche e
dotate di goccia oleosa che ne facilita il galleggiamento. Vengono trasportate
dalla corrente per 3-4 giorni al termine dei quali avviene la schiusa. Anche le
larve sono inizialmente pelagiche, successivamente si verifica il ritorno
all’ambiente bentonico, di fondo. I giovani, inoltre, grazie ad una marcata
tolleranza alle variazioni di salinità, entrano con facilità in acque salmastre e
lagunari, spesso caratterizzate da un minor numero di predatori e da abbondanza
di cibo.
Alimentazione
Si nutre principalmente di invertebrati marini come
molluschi, crostacei bentonici e vermi marini.
Autoctonia e norme di tutela
Specie autoctona.
Zebrus zebrus
(Risso, 1827)
GHIOZZETTO ZEBRA
Dimensioni e caratteri distintivi
Ghiozzo di dimensioni medio-piccole, gli
adulti misurare fino a 7 cm, più comuni attorno ai 5 cm.
Distribuzione
È
segnalato in Mediterraneo, in zone strettamente costiere, più raro nel versante
meridionale. Più comune Adriatico.
Habitat preferenziali
Pesce bentonico (che
vive sul fondo) con eccellente tolleranza alle escursioni di salinità, frequenta
preferenzialmente acque salmastre o lagunari, spingendosi anche in acque molto
dissalate. È tipico di ambienti rocciosi e misti roccioso-sabbiosi, comunque
caratterizzati da abbondanza di buchi, anfratti e copertura algale, a bassissime
profondità. È comune anche in acque non troppo pulite come quelle di darsene e
porti. Anche quando è abbondante, il ghiozzo zebra è difficilmente individuabile
in natura perché rimane nascosto in cavità o tra le alghe e si rifugia sparendo alla vista al primo sentore di pericolo.
Biologia riproduttiva
La modalità riproduttiva è simile a quella degli altri ghiozzi, ma meno studiata nello specifico. Si
riproduce in primavera/estate: i maschi difendono un territorio all’interno del quale è presente il nido (spaccature tra le
rocce, cavità, ecc) e le femmine depongono le uova, dotate di filamenti adesivi, sulle superfici precedentemente pulite
dal maschio. Dopo la fecondazione le uova rimarranno al sicuro nel nido, sorvegliate e ventilate dal maschio, fino alla
schiusa.
Alimentazione
Si ciba di piccoli invertebrati bentonici, in particolare crostacei, molluschi e larve di vermi
marini.
Autoctonia e norme di tutela
Specie autoctona.
Zosterisessor ophiocephalus
(Pallas, 1811)
GHIOZZO GO’
Dimensioni e caratteri distintivi
È una specie di taglia media che
generalmente raggiunge i 18-20 cm, solo eccezionalmente arriva a 25 cm. Sono
evidenti due macchie scure, una posta sul peduncolo caudale e l’altra alla base
della pinna pettorale. I sessi sono riconoscibili per la forma della papilla genitale
che è trapezoidale nella femmina e conica nel maschio.
Distribuzione
Questa
specie è frequente nelle acque estuariali e nelle zone lagunari italiane dell’Alto
Adriatico; vi sono segnalazioni anche nel Mar Tirreno e nel Mar Ligure.
Popolazioni stanziali abitano la Laguna di Venezia.
Habitat preferenziali
La
sua presenza è legata a substrati sabbiosi e fangosi, ricoperti da prateria di
zostera e di posidonia. Tollera bene variazioni della temperatura ma non si
spinge in acque troppo dissalate.
Biologia riproduttiva
La maturità sessuale viene raggiunta al secondo anno di età. Il
periodo riproduttivo si estende da fine marzo a giugno sia in ambienti lagunari che marino costieri. I maschi maturi più
grandi, definiti maschi “parentali”, costruiscono dei nidi nel fango, sotto le praterie di zostera. Le femmine, scelto il
partner, entrano nel nido e depongono le uova attaccandole alle radici della zostera che pendono dal “tetto”. Il nido è
caratterizzato da una camera centrale principale, possibili concamerazioni laterali e accessi/uscite multipli. Il maschio
affianca la femmina durante la deposizione, feconda le uova deposte e se ne prende cura fino alla schiusa proteggendole
dai predatori e ventilandole con i movimenti delle pinne pettorali in modo che non venga mai a mancare loro ossigeno. I
maschi ancora troppo piccoli per costruire e mantenere autonomamente un nido, cercano anche loro di riprodursi
approfittando delle conquiste del maschio parentale: fanno rapide incursioni nel nido o si fingono una delle tante
femmine presenti e rilasciano spermi...fino a che il maschio più grande non se ne accorge e li scaccia.
Alimentazione
È
una specie carnivora che si ciba di piccoli crostacei, molluschi e vermi marini. Gli esemplari più grandi possono
catturare anche piccoli pesci.
Autoctonia e norme di tutela
Specie autoctona.