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Spodnja Komna e cresce nei prati, nei pascoli e sui ghiaioni delle Alpi Giulie, raramente nelle Caravanche (Vrtača,
Begunjščica) e nelle Alpi di Kamnik e della Savinja (sotto il monte Grintovec).
Geranium argenteum
L. - Geranio argentino
Durante la vecchiaia a Julius Kugy piaceva visitare Juliana e a riguardo scrisse:
“I miei migliori obiettivi giacciono nella parte superiore. Una bella aiuola con il
geranio argentino, con una dolce armonia di colori, una cintura d’argento, belle
foglie leggermente lobate, aperte, con dolci fiori viola. Laggiù ci attendono i
nostri ricordi, centinaia di ore di pace e di tranquillità che sono sopravvissute
sulle cime delle prealpi, calde e gentilmente soleggiate, e sulle vedette delle
Giulie. Se questo ‘becco di cicogna’ peloso e di color argento ama questi luoghi
elevati con una vista aperta su tutti i lati è perchè lì si sente bene”.
Il geranio argentino o
srebrni čapljevec
è una specie delle Alpi meridionali e
dell’Appennino settentrionale. In Slovenia è diffuso sulle montagne di Bohinj e
di Krn, dove ricopre i prati montani con un tappeto grigio-argento, ma cresce bene anche sulle ghiaie e nelle fessure
delle rocce.
Geranium macrorrhizum
L. - Geranio crestato o geranio odoroso
Il nome generico del geranio crestato deriva dal greco
geranos
che significa
‘gru’. La forma dei frutti sormontati da un lungo becco ricorda infatti quella del
becco di una gru. Il nome sloveno della pianta (
korenikasta krvomočnica
)
invece, indica che essa è curativa, ovvero che una volta veniva usata nella
medicina popolare.
Per alcune sostanze in essa contenute veniva usata per fermare le emorragie.
Il geranio crestato ha un apparato radicale particolarmente sviluppato, al quale
si riferisce il nome specifico. Le foglie sono basali e lungamente picciolate. I
piccioli sono cosparsi di peli appressati e di lunghi filamenti sporgenti,
ghiandolosi e non ghiandolosi. Il fusto e i pedicelli sono coperti da numerose
ghiandole appressate. I petali sono di colore rosso-scarlatto. Dopo la fioritura, i pedicelli si raddrizzano.
La specie è presente sui pendii rocciosi ombreggiati, sui ghiaioni e tra i cespugli, dalla pianura alla fascia montana.
Nelle Alpi slovene si trova solo nelle Alpi Giulie, più precisamente nell’Isontino (Posočje). La specie è diffusa nei
Balcani, sulle Alpi meridionali e sugli Appennini.
Globularia cordifolia
L. - Vedovella celeste
Il nome generico deriva dal latino,
globulus
che significa ‘piccolo globo’. Le
infiorescenze assomigliano a un globo! In sloveno sono detti popolarmente
knofki (pippoli o bottoncini) o addirittura
Marijini knofki
(pippoli di Maria).
In Slovenia crescono tre tipi di vedovelle. La vedovella celeste è un suffrutice
con fusto strisciante. Tutte le foglie sono basali, mentre i fusti fioriferi sono
privi di foglie. L’infiorescenza è a capolino, con fiori di colore azzurro.
Come alcune altre specie, anche la vedovella si è adattata al clima d’alta
montagna. Con il fusto legnoso “striscia e si avvinghia fortemente al suolo,
espandendosi sul terreno sassoso e creando caratteristici tappeti”, scrisse nel
1963 Ciril Jeglič nel primo vademecum del giardino botanico alpino Juliana.
La specie prospera sulle rocce e nelle fessure delle masse rocciose, ma anche su pendii erbosi, dalla pianura fino a
quote elevate.
È diffusa nelle montagne dell’Europa centrale e meridionale.
Grafia golaka
(Hacq.) Rchb. - Grafia
Dottore, naturalista, etnologo. Balthasar Hacquet visse in Carniola dal 1776 al 1787. Fu dottore ad Idrija e
successivamente insegnò come professore al liceo di Lubiana. Si occupò anche dell’esplorazione della flora, non
raggiungendo però mai la notorietà del suo predecessore Giovanni Antonio Scopoli.
La sua opera botanica più importante dal titolo
Plantae alpinae Carniolicae
(Flora alpina della Carniola) fu pubblicata
nel 1782 a Vienna. Hacquet descrisse 12 piante che crescono nelle Alpi slovene e in Istria e che a suo avviso erano
delle specie mai descritte, e le denominò tutte secondo i luoghi di scoperta aggiungendo il corrispettivo disegno.
Qualche esemplare d’erbario si è preservato nella collezione del Museo naturalistico della Slovenia.
Una delle nuove piante da lui descritte fu l’
Athamanta golaka
sulla quale Hacquet scrisse che viveva nelle Alpi Giulie,
1...,45,46,47,48,49,50,51,52,53,54 56,57,58,59,60,61,62,63,64,65,...74