61
vegetazione del Friuli e trovò questa nuova specie sul monte Matajur.
Questa pianta è un endemismo antico delle Prealpi Carniche e Giulie
meridionali; il corso medio dell’Isonzo invece rappresenta il confine orientale
del suo areale.
Molopospermum peloponnesiacum
(L.) W.D.J. Koch subsp.
bauhinii
I.
Ullmann - Cicutaria fetida
“Guarda laggiù quell’alta snella visione in un’artistica veste di pizzo,
circondata da un velo in caduta, come una ballerina meravigliosa ... È arrivata
con un tappeto verde dal Matajur, questo “locus classicus” di piante del
Litorale settentrionale. Chi fornisce il disegno di questa foglia? Chi l’ha tagliata
con così tanta cura e arte? Questo fogliame è un capolavoro! Tutto su di esso è
regale. Davvero, appare come la regina delle Umbelliferae!” Così scrisse Julius
Kugy di questa specie.
La cicutaria fetida è diffusa sui pendii erbosi e rocciosi nelle zone montane dei
Pirenei e delle Alpi meridionali dalla Francia alla Slovenia. Cresce su terreni in
cui c’è poco calcare.
In Slovenia cresce nelle Alpi Giulie e al confine settentrionale della zona
submediterranea.
Narcissus radiiflorus
Salisb. - Narciso di montagna
(
Narcissus poeticus
subsp.
radiiflorus
)
La
ključavnica, bedenica
o narciso di montagna è una pianta che sul territorio
etnico sloveno ha ben 120 nomi diversi, tutti raccolti dall’etnologo Milko
Matičetov. Un’antica leggenda racconta che un tempo la Vergine Maria
camminava per i prati fioriti e tutti i fiori la salutavano piegandosi umilmente.
Solo il narciso, dall’alto della sua arroganza, restò dritto in piedi e venne quindi
punito dalla Vergine che con un bastone colpì ogni fiore di narciso. Ecco
perché da allora gli steli delle
ključavnice
sono di forma arcuata.
In Slovenia i narcisi crescono in grandi quantità nei prati sopra Jesenice.
Ambienti ideali sono anche i prati di bassa quota e quelli alluvionali lungo il
fiume Mura, i prati di montagna a Kočevje e i prati del Carso e dell’Istria.
Perché i narcisi in certi luoghi crescono in grandi quantità? Ciò è in parte dovuto all’azione dell’uomo. I prati ripidi sui
pendii del monte Golica un tempo venivano falciati fin quasi alla cima e la falciatura impediva che il prato si
trasformasse nuovamente in foresta. Anche dopo la seconda guerra mondiale i narcisi crescevano così fittamente che il
loro candore poteva essere visto da una distanza di “due ore di cammino”. L’abbandono della falciatura ha portato a un
declino del numero dei narcisi. Nelle aree più basse i prati vengono trasformati in pascoli; il terreno viene appiattito
con le ruspe, intensamente concimato e delimitato da recinzioni elettriche. E in prati di questo tipo crescono solo l’erba
e i denti di leone.
Paederota bonarota
(L.) L. - Bonarota comune
Malgrado nelle fessure delle rocce ci sia pochissima terra, dai semi si
sviluppano alcune piante adattatesi a questo tipo di habitat.
Nella parte occidentale delle Alpi Giulie è possibile trovare la bonarota comune
che pende in mazzi dalle fessure. Le foglie, di forma rotonda, sono quasi glabre
e hanno un colore verde scuro alquanto lucido. L’infiorescenza dai fiori blu-
violacei è inizialmente densa, ma si allunga durante la maturazione dei frutti. I
due stami superano la corolla.
La bonarota comune cresce unicamente su terreni calcarei o dolomitici. È
diffusa dalle Alpi Orobie alle Alpi Giulie, ma anche nel Tirolo settentrionale e
nelle Alpi Salisburghesi.