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impiegato in profumeria. L'olio di lauro, estratto dai semi, è un
componente dell'olio laurino, utilizzato contro i dolori reumatici. La
pianta è tradizionale simbolo di gloria e di affermazione: la 'laurea' deriva
da essa il suo nome. Il nome generico, assonante con il celtico 'lauer'
(sempreverde) e con il sanscrito 'daru' (albero), è quello utilizzato dagli
antichi Romani; il nome specifico si riferisce all'uso celebrativo della
pianta. Forma biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo
di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie senza odore d'alloro
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Foglie pelose di sotto. Fiori senza petali. Frutto a ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. Nella nostra regione ha
distribuzione prealpico-carsica, ricordo di interglaciali caldi che ne hanno
favorito l'espansione verso nord; in Carso domina la macchia
mediterranea relitta su calcare tra Grignano a Duino, ma appare isolato
anche in Val Rosandra. È la specie dominante nei residui boschi di
sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi
decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e
ricchi in scheletro. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto
duro e resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare;
viene comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura,
come parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc.
La corteccia è usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le
ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano
usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta, potrebbe
derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero
per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando il legno ruvido
delle piante di questo genere; il nome specifico, che forse deriva da una
radice celtica che significa 'punta', è quello dato dai Romani all'agrifoglio,
per la frequente presenza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma
biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura:
aprile-giugno.
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Foglie glabre di sotto. Fiori con petali. Frutto diverso
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Foglie più larghe di 5 cm e più lunghe di 10 cm, con apice appuntito
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-orientale; è
stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell'Europa nel XVI secolo. In
Italia, ove la sua presenza è documentata dal 1558, è ampiamente diffuso
a scopo paesaggistico-ornamentale soprattutto per siepi sempreverdi,
grazie alla sua robustezza ed adattabilità alle potature frequenti. Tende
raramente a spontaneizzarsi senza però diventare invasivo; è segnalato
come specie avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Valle
d'Aosta e Friuli Venezia Giulia) e Abruzzo (non ritrovato in tempi recenti
in Campania), dal livello del mare ai 300 m circa. Tutte le parti della
pianta contengono elevate quantità di glicosidi cianogenetici ad azione
tossica. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia
incerta; quello specifico allude alle foglie che richiamano quelle
dell'alloro e ai frutti che richiamano le ciliegie. Forma biologica:
fanerofita scaposa/fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Foglie più strette di 5 cm e solitamente più brevi di 10 cm, con apice debolmente
bilobato
Pittosporum tobira (Thunb.) W.T. Aiton
Il pittosporo è originario dal Giappone meridionale; dal 1820 ne è
documentata la presenza in Italia, ove è ampiamente utilizzato lungo i
litorali e nelle zone con clima mite. Viene piantato come arbusto
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