27
pianta selvatica è spesso impiegata come portainnesto per varietà di
ciliegi da frutto. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di
etimologia incerta; quello specifico deriva dall'arabo, ed allude forse al
nome di un'antica città del Libano. Forma biologica: fanerofita cespitosa
(fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-maggio.
71
Foglie opache, più larghe di 5 cm. Fiori senza petali
72
72
Frutto secco (nocciola)
Corylus avellana L.
Il nocciolo è una specie europea con tendenza subatlantico-
submediterranea presente in tutta Italia dalla fascia submediterranea a
quella montana. È diffuso in tutta la nostra regione sino alla fascia
montana; in Carso è comune solo nei boschi di dolina e nei loro mantelli,
in cui è spesso dominante. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di
latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi profondi, freschi, umiferi,
ricchi in basi e composti azotati. Le qualità alimentari della nocciola sono
note fin dall'antichità: sono un alimento energetico di grande valore e una
preziosa fonte di vitamine e minerali. L'industria dolciaria utilizza la
farina di nocciole per la produzione di nocciolati, torroni e pasta di
gianduia (creata quando Napoleone bloccò l'importazione delle spezie e si
verificò una penuria di cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la
coltivazione come pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo
combustibile, è utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal
greco 'koris' (elmo), e allude alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre
la nocciola; il nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella
provincia di Avellino, noto fin dai tempi dei Romani per la produzione di
nocciole. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
72
Frutto carnoso
Broussonetia papyrifera (L.) Vent.
Specie di origine asiatico-orientale introdotta in Europa nella metà del
XVII secolo ed oggi presente come avventizia in quasi tutta Italia, dal
livello del mare ai 600 m circa. È diffusa in tutta la parte meridionale
della nostra regione; in Carso è comune ovunque. Cresce in ambienti
ruderali, compresi i muri, ma è anche un alberello ornamentale spesso
piantato lungo le strade. A volte diviene dominante, forse per allelopatia,
assieme ad ailanto e robinia. Dalla sua corteccia si ricavano, per
macerazione, fibre molto lunghe usate in Giappone nella produzione di
una carta pregiata, nota col nome di carta cinese o carta di seta, e in
Polinesia per produrre filati e tessuti. In Cina la pianta viene utilizzata in
sostituzione del gelso per l'allevamento dei bachi da seta. Il genere è
dedicato al naturalista francese P. M. A. Broussonet (1761-1807). Il nome
specifico fa riferimento all'utilizzo della pianta per la produzione di carta:
'papyros', infatti, è la pianta da cui gli antichi Egizi ricavavano la carta.
Forma biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
73
Pianta sempreverde con foglie coriacee
74
73
Pianta non sempreverde
77
74
Foglie con forte odore d'alloro
Laurus nobilis L.
L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico, di antica introduzione in Italia
settentrionale, ove anche grazie ai merli che ne diffondono i semi è
diffuso anche allo stato subspontaneo. È presente in tutta Italia (in Valle
d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia come
avventizia). Anche nella nostra regione è di antica introduzione, coltivata
e diffusa allo stato subspontaneo; in Carso è piuttosto comune. Cresce in
stazioni soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera ed il pungitopo forma
piccole oasi di laurofille sempreverdi, soprattutto su substrati arenacei
freschi, dal livello del mare agli 800 m circa. Le foglie sono notissime
come condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso
1...,17,18,19,20,21,22,23,24,25,26 28,29,30,31,32,33,34,35,36,37,...148