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peluria biancastra della pagina inferiore delle foglie. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Pianta sempreverde
Rosa sempervirens L.
Specie mediterranea presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in
Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige. La distribuzione
regionale si concentra lungo la costiera triestina, con poche stazioni lungo
le coste friulane. Cresce nelle macchie e negli aspetti più caldi dei boschi
caducifogli e relativi mantelli, sia su calcare che su marne ricche in basi,
su suoli argillosi abbastanza profondi, aridi d'estate, al di sotto della fascia
montana inferiore, con optimum nella fascia mediterranea. I falsi frutti,
ricchi di vitamina C, possono venir usati per la preparazione di
marmellate. Il nome generico deriva dal latino 'rosa', dal greco 'rodon',
con identico significato; il nome specifico allude alle foglie sempreverdi
Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Pianta non sempreverde
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Foglie paripennate
Gleditsia triacanthos L.
Lo spino di Giuda è una specie di origine nordamericana, spesso coltivata
in parchi, viali e giardini, presente in Italia come avventizia, con ampie
lacune, dal livello del mare ai 500 m circa. È abbastanza diffusa nelle
parti più calde della nostra regione; in Carso è sporadica e mostra scarsa
tendenza a spontaneizzarsi. È una pianta molto rustica che si adatta bene
anche ad ambienti inospitali, con terreni poveri e sabbiosi, resistendo
molto bene a condizioni avverse come la siccità e le basse temperature e
tollerando bene anche gli inquinanti atmosferici. Cresce in boschetti
artificiali, lungo scarpate e margini stradali, a volte su muri, con altre
specie introdotte quali ailanto, brussonezia, robinia, etc. Il genere è
dedicato al botanico tedesco Johann Gottlieb Gleditsch (1714-1786); il
nome specifico in greco significa 'con tre spine'. Il nome comune 'spino di
Giuda' si riferisce invece alla corona di spine della Passione di Gesù,
secondo quanto riportato dai Vangeli. Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.
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Foglie imparipennate
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Foglie 2-4-pennate
Melia azedarach L.
L'albero dei rosari o albero dei paternostri è nativo di India, Cina
meridionale e Australia. In seguito alla diffusione operata dall'azione
dell'uomo, oggi è naturalizzato nell'Europa meridionale. Nelle regioni
tropicali e subtropicali dove è stata introdotta è considerata una specie
invasiva. I fiori non attraggono le api e gli altri insetti impollinatori. La
pianta contiene, infatti, principi attivi ad azione repellente nei confronti
degli insetti. Tutte le parti della pianta sono velenose per l'uomo se
ingerite. I principi tossici sono potenti neurotossine: il tetranortriterpene e
la saponina, presenti in concentrazione maggiore nei frutti. In passato il
nocciolo dei frutti, duro e sferico, è stato largamente utilizzato nella
realizzazione di rosari, prima dell'avvento delle materie plastiche. Il nome
generico deriva dal greco 'melia' (frassino), per la somiglianza delle foglie
con quelle del frassino; quello specifico deriva dal persiano e
significherebbe 'albero che libera', in riferimento alle proprietà medicinali
della pianta. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
maggio-giugno.
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Foglie semplicemente pennate
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Piante non spinose
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Piante spinose
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