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che la rende adatta all'ambiente urbano; la resistenza al freddo (è in grado
di sopportare temperature fino a -10 °C) ne consente la diffusione non
solo nel Meridione, ma anche in Italia settentrionale. Il tessuto fibroso che
avvolge la base delle foglie e ricopre il fusto è particolarmente tenace e
resistente e viene adoperato in Cina per lavori di intreccio, come stuoie e
funi. Il nome generico deriva dal greco 'trachýs' (ruvido) e 'karpós'
(frutto), per l'aspetto dei frutti. La specie è dedicata a Robert Fortune
(1812-1880), raccoglitore in Cina di piante per la Royal Horticultural
Society. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-
giugno.
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Pianta lianosa, rampicante o volubile
39
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Pianta senza spine
Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.
Liana avventizia di origine nordamericana, la presenza in Italia è
documentata dal 1642 ed oggi è presente in tutte le regioni. La
distribuzione regionale si estende, con ampie lacune, dalla costa ai
fondovalle del settore alpino; in Carso è piuttosto comune. Utilizzata a
scopo ornamentale per coprire muri o pergolati e spesso transfuga dai
giardini, si è naturalizzata al punto da diventare invadente. Cresce su
macerie e muri, lungo viottoli ed in discariche. I frutti contengono acido
ossalico, moderatamente tossico per l'uomo ma non per gli uccelli. Il
nome generico deriva dal greco 'parthenos' (vergine) e 'kissos' (edera),
significa quindi 'edera vergine'; il nome specifico allude alle foglie
composte con cinque foglioline. Forma biologica: fanerofita lianosa.
Periodo di fioritura: giugno.
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Piante spinose
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Petali rosa. Polloni (getti dell'anno) senza peli ghiandolari (lente!)
Rubus ulmifolius Schott
I rovi costituiscono un gruppo difficilissimo di specie di origine
apomittica ed ibridogena, ancora incompletamente studiato in Italia.
Questa è una specie mediterraneo-atlantica presente in tutta Italia al di
sotto della fascia montana superiore. Nella nostra regione è concentrata
nella parte meridionale, con singole stazioni nelle vallate alpine; in Carso
è comune ovunque. Cresce nelle boscaglie rade, nelle pinete a pino nero,
negli orli dei boschi e sui muretti a secco, formando spesso intrichi
impenetrabili nell'ultimo stadio della degradazione forestale, sia su
calcare che su substrati arenacei, su suoli ricchi in composti azotati, da
freschi a subaridi. I frutti sono commestibili. Il nome generico, di antico
uso, potrebbe derivare dal latino 'ruber' (rosso) per il colore rosso dei
frutti di alcune specie dello stesso genere (come il lampone); il nome
specifico allude alle foglioline un po' asimmetriche simili alle foglie
dell'olmo. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-
luglio.
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Petali di solito bianchi (raramente rosa). Polloni con peli ghiandolari
Rubus canescens DC.
I rovi costituiscono un gruppo difficilissimo di specie di origine
apomittica ed ibridogena, ancora incompletamente studiato in Italia.
Questa è una specie sudeuropea spesso confusa con specie affini, presente
in tutta Italia, salvo che in Valle d'Aosta e Sardegna, dal livello del mare
ai 1200 m circa. Nella nostra regione è apparentemente concentrata nella
parte sudorientale; in Carso si concentra nell'Isontino ed alle spalle di
Trieste. Cresce in orli di boschi xerofili, nelle radure, in lande
incespugliate, su suoli argillosi spesso decalcificati, da neutri a subacidi. I
frutti sono commestibili. Il nome generico, di antico uso, potrebbe
derivare dal latino 'ruber' (rosso) per il colore rosso dei frutti di alcune
specie dello stesso genere (come il lampone); il nome specifico allude alla