15
33
Foglie composte
34
33
Foglie non composte
54
34
Foglie trifogliate
35
34
Foglie non trifogliate
37
35
Pianta spinosa
Rubus canescens DC.
I rovi costituiscono un gruppo difficilissimo di specie di origine
apomittica ed ibridogena, ancora incompletamente studiato in Italia.
Questa è una specie sudeuropea spesso confusa con specie affini, presente
in tutta Italia, salvo che in Valle d'Aosta e Sardegna, dal livello del mare
ai 1200 m circa. Nella nostra regione è apparentemente concentrata nella
parte sudorientale; in Carso si concentra nell'Isontino ed alle spalle di
Trieste. Cresce in orli di boschi xerofili, nelle radure, in lande
incespugliate, su suoli argillosi spesso decalcificati, da neutri a subacidi. I
frutti sono commestibili. Il nome generico, di antico uso, potrebbe
derivare dal latino 'ruber' (rosso) per il colore rosso dei frutti di alcune
specie dello stesso genere (come il lampone); il nome specifico allude alla
peluria biancastra della pagina inferiore delle foglie. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
35
Piante non spinose
36
36
Pianta più alta di 2 m. Fiori gialli, a simmetria bilaterale. Frutto secco (legume)
Laburnum anagyroides Medik. subsp. anagyroides
Il maggiociondolo è una specie dell'Europa meridionale presente in tutte
le regioni dell'Italia continentale salvo forse che in Valle d'Aosta. La
distribuzione regionale si estende su tutto il territorio, con lacune lungo le
coste del Friuli. Cresce in boschetti presso gli abitati su suoli argillosi
umiferi e ricchi in basi al di sotto della fascia montana, con optimum nella
fascia submediterranea, sostituito più in alto da
L. alpinum
. Tutta la
pianta, soprattutto semi e foglie, producono un alcaloide tossico
(neurotossina), la citisina, che paralizza i centri nervosi provocando
avvelenamenti anche mortali. La pianta è spesso usata a scopo
ornamentale; il legno si conserva bene e trova uso nella paleria, ma anche
per lavori al tornio e pavimenti; è una specie poco longeva (50-70 anni).
Il nome generico era già in uso presso i Romani per una pianta simile; il
nome specifico significa 'simile ad un'
Anagyris
' (un'altra Fabacea). Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
36
Pianta più bassa di 2 m. Fiori violetti, a simmetria raggiata. Frutto carnoso
Solanum dulcamara L.
Specie eurasiatico-temperata presente in tutte le regioni d'Italia. La
distribuzione regionale si estende su tutto il territorio; in Carso è
comunissima. Originaria di alvei fluviali (canneti disturbati) è poi passata
a vegetazioni ruderali quali margini di boschetti disturbati, siepi,
discariche, coltivi etc., su suoli limoso-argillosi piuttosto freschi e
profondi, ricchi in composti azotati, da neutri a subacidi, dal livello del
mare alla fascia montana inferiore. La pianta è tossica soprattutto negli
organi giovani, che contengono solanina, dulcamarina e solanidina, ma fu
per lungo tempo usata a scopo medicinale. Il nome generico deriva dal
latino 'solamen' (sollievo); il nome specifico allude al sapore di tutte le
parti della pianta, prima dolciastro, poi amaro. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
37
Foglie palmate
38
37
Foglie pennate
41
38
Pianta non lianosa, con aspetto di palma
Trachycarpus fortunei (Hook.) H. Wendl.
Palma originaria della Cina orientale e centrale, viene coltiva
frequentemente come pianta ornamentale per il portamento e la rusticità