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aspro), forse per la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in
riferimento al fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto
ed elastico, era usato per la fabbricazione di lance; il nome specifico
allude al fatto che la pianta è un importante costituente delle siepi che
delimitano i campi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Foglie più lunghe di 10 cm. Fiori disposti in racemi più lunghi che larghi. Frutto con ali
non perpendicolari al peduncolo (formanti una V)
Acer pseudoplatanus L.
L'acero di monte è un albero europeo-asiatico occidentale presente in tutta
Italia (in Sardegna come avventizio) dalla fascia submediterranea a quella
montana. Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana
con ampie lacune nella bassa pianura; in Carso è presente come arbusto
forse introdotto, ma sembra indigeno nei boschi del M. Cocusso e del M.
Castellaro Maggiore, ove appare in forma arborea. Cresce in boschi
freschi, soprattutto di forra, e colonizza anche i percorsi delle slavine
contribuendo alla ricostituzione del bosco. Il legno, duro ed elastico, è il
più pregiato tra quello degli aceri, per cui questo albero è spesso coltivato
in impianti di arboricoltura da legno, che viene impiegato per fabbricare
tavole, parquet, strumenti musicali, sculture e lavori al tornio. È una
specie molto utilizzata anche a scopo ornamentale, ha vita media
superiore ai 2-3 secoli, ma si conoscono esemplari che superano i 500-
600 anni. Il nome generico era già in uso presso i Romani, e deriva dal
latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la forma dei denti fogliari di
A.
platanoides
, oppure in riferimento al fatto che il legno di alcune specie
europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di
lance; il nome specifico allude alla somiglianza delle foglie con quelle del
platano. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Foglie palmate
Aesculus hippocastanum L.
L'ippocastano è un albero ornamentale di origine balcanico-asiatica
introdotto da Clusius nei giardini imperiali di Vienna nel 1576 e poi
diffuso in tutto l'Impero, per cui oggi è comune nell'Italia nord-orientale.
In Italia si trova in quasi tutte le regioni, in particolare al Nord, dalla
pianura fino a 1200 m. È coltivato, anche nella nostra regione, in viali,
parchi e giardini. A volte è subspontaneo nei boschi termofili della fascia
collinare. Le alberature sono oggi attaccate da un lepidottero (
Cameraria
ohridella
) che causa il precoce appassimento delle foglie. Alcune parti
della pianta sono velenose se ingerite (tra queste i frutti e il nettare). I
semi contengono saponine e servivano a produrre sapone in tempo di
guerra. Il nome generico era già in uso presso i Romani che però con esso
designavano una quercia. Il nome specifico deriva dal greco 'hippos'
(cavallo), e 'kastano' (castagna), per l'aspetto dei frutti, utilizzati in
Oriente come alimento per i cavalli. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie pennate
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Foglie di odore sgradevole se sfregate tra le dita. Infiorescenze ombrelliformi. Frutto
carnoso nero
Sambucus nigra L.
Il sambuco nero è una specie subatlantico-sudeuropea presente in tutte le
regioni d'Italia. Nella nostra regione è ampiamente diffusa; in Carso è
comune ovunque. Originario di boschi di forra freschi ed umidi si è poi
diffuso in ambienti disturbati ed è oggi comunissimo presso gli abitati, su
suoli limoso-argillosi piuttosto freschi, ricchi in basi ed in composti
azotati, da neutri a subacidi, dal livello del mare alla fascia montana
superiore. È una pianta da cui si possono estrarre varie sostanze, tra cui
tannino, saccarosio, olio essenziale, coloranti, cera e resine; per questo è
utilizzata nella medicina popolare. I fiori sono utilizzati per preparare
bevande, i frutti per sciroppi, marmellate, succhi e liquori. Le foglie sono