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stata introdotta per scopi ornamentali e talvolta inselvatichita; ha
l'optimum nella fascia mediterranea, ma appare anche in stazioni calde
della fascia submediterranea. Nella nostra regione è spontanea nella
costiera triestina ed altrove introdotta e talvolta inselvatichita; in Carso è
più abbondante sui substrati marnoso-arenacei del Muggesano e lungo la
costa fino alla baia di Sistiana. Forma spesso arbusteti monodominanti su
suoli limoso-argillosi ricchi in scheletro, aridi d'estate, da subacidi a
neutri. I rami sottili venivano utilizzati per la costruzione delle 'friscelle',
cioè le forme per la ricotta ed il formaggio. Contiene un alcaloide
velenoso (citisina). Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di
fioritura: maggio-luglio.
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Fiori non a simmetria bilaterale. Frutto secco o carnoso
103
103
Piante sempreverdi con foglie coriacee
104
103
Piante decidue con foglie non coriacee
107
104
Foglie chiaramente pelose di sotto
105
104
Foglie senza peli di sotto
106
105
Foglie lisce, grigio-pelose di sotto, più brevi di 10 cm. Fiori senza petali. Frutto a
ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. Nella nostra regione ha
distribuzione prealpico-carsica, ricordo di interglaciali caldi che ne hanno
favorito l'espansione verso nord; in Carso domina la macchia
mediterranea relitta su calcare tra Grignano a Duino, ma appare isolato
anche in Val Rosandra. È la specie dominante nei residui boschi di
sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi
decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e
ricchi in scheletro. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto
duro e resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare;
viene comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura,
come parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc.
La corteccia è usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le
ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano
usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta, potrebbe
derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero
per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando il legno ruvido
delle piante di questo genere; il nome specifico, che forse deriva da una
radice celtica che significa 'punta', è quello dato dai Romani all'agrifoglio,
per la frequente presenza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma
biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura:
aprile-giugno.
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Foglie rugose, con peli rugginosi di sotto, più lunghe di 10 cm. Fiori con petali. Frutto
carnoso
Eriobotrya japonica (Thunb.) Lindl.
Albero nativo della Cina e ampiamente coltivato in Giappone e in altre
regioni sub-tropicali, il nespolo del Giappone è una specie diffusa in Italia
soprattutto a scopo ornamentale e per i frutti (in particolare nel
Meridione), e segnalata come avventizia in molte regioni, dal livello del
mare ai 600 m circa. Rispetto ad altre piante tropicali, ha frutti molto
meno dolci e saporiti, ma comunque apprezzati, che possono essere
consumati freschi, cotti o nelle marmellate. Forma biologica: fanerofita
scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura: ottobre-febbraio.