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all'alto contenuto di tannini, soprattutto nelle foglie. L' arbusto è spesso coltivato in giardini
soprattutto nelle varietà purpuree, per la decoratività del fogliame e delle pannocchie piumose di
colore roseo e di aspetto leggero (da cui il nome comune di 'albero della nebbia'). Il nome generico
è quello attribuito da Plinio a un arbusto appenninico da cui si ricavava un colorante purpureo; il
nome specifico allude probabilmente alla cocciniglia, per il colore rosso acceso delle foglie in
autunno. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Crataegus germanica
(L.) Kuntze
Il
nespolo comune
è un arbusto-alberello deciduo a distribuzione sudeuropeo-pontica (Europa
sudorientale, Asia occidentale) presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Calabria, ma di
dubbio indigenato: è stato ampiamente coltivato sin dall'antichità e oggi è probabilmente
inselvatichito nei boschi di latifoglie su suoli subacidi (castagneti, querceti), con optimum nella
fascia submediterranea. I frutti sono commestibili e ricchi di vitamina C; di solito le nespole,
raccolte dopo la prima gelata autunnale, vengono fatte appassire al fresco e al buio finché la buccia
diventa marrone e la polpa da aspra diviene dolce. Il legno, molto duro, è usato per lavori al tornio.
Scorza e foglie sono ricche di tannino e si usavano per la concia delle pelli o come astringenti. Il
nome generico deriva dal greco 'kratos' (forza, robustezza), per il legno duro; quello specifico allude
all'alta frequenza della pianta in Germania. Periodo di fioritura: maggio-giugno. Syn.:
Mespilus germanica
L.
Cydonia oblonga
Mill.
Il
melo cotogno
è un albero deciduo originario dell'Asia centro-occidentale; coltivato come albero
da frutto in tutta l'area mediterranea e submediterranea. In Italia è coltivato in tutte le regioni e
appare anche allo stato subspontaneo, dal livello del mare ai 1500 m circa. Introdotto in Italia nel
periodo classico, il cotogno veniva piantato anche per segnare i confini dei campi, sia in filari che in
individui singoli. Un tempo la coltivazione in Italia era piuttosto diffusa, ma negli ultimi decenni
l'interesse economico per i frutti è diminuito notevolmente. Le varietà con frutti di forma simile a
una mela sono dette meli cotogni, quelle con frutti a forma di pera sono dette peri cotogni. I frutti,
ricchi di pectine, non vengono consumati freschi, ma si utilizzano per confetture, gelatine, mostarde
e liquori. Prima della diffusione dello zucchero raffinato, la cotognata, una marmellata semisolida
ottenuta dalle cotogne, era uno dei pochi cibi dolci facilmente disponibili. Un tempo, i frutti molto
profumati, venivano utilizzati negli armadi e nei cassetti per profumare la biancheria e gli ambienti
chiusi. Il nome generico sembra derivi da Kydo, antica città dell'isola di Creta, da dove si
supponeva avesse origine la pianta, quello specifico fa riferimento alla tipica forma oblunga dei
frutti. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Euonymus europaeus
L.
La
fusaggine comune
, o
berretta da prete
, è una specie a distribuzione eurasiatica presente in
tutte le regioni d'Italia. Entra nello strato arbustivo dei boschi termofili di latifoglie decidue
rarefacendosi a partire dalle faggete; l'optimum è nei mantelli e nelle siepi, su suoli argillosi
piuttosto freschi, ricchi in basi e composti azotati, al di sotto della fascia montana superiore. I semi
sono tossici (evonina) ed erano usati come drastico purgante. Nel medioevo dal legno si ottenevano
fusi per filare la lana, da cui il nome italiano; i frutti e la corteccia erano utilizzati per le proprietà
emetiche, purganti e insetticide: la polvere dei frutti seccati e macinati veniva usata per combattere i
pidocchi e il decotto di frutti e corteccia era usato contro la rogna. Il nome generico deriva dal greco
'eu' (buono) e 'onoma' (nome), cioè 'pianta con buona fama', in senso ironico a causa della
velenosità dei frutti. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Ficus carica
L.
Il
fico
è una specie originaria dell'area pontica (Turchia settentrionale, costa del Mar Nero), con
estensione a tutto il Mediterraneo, da noi di antichissima introduzione precolombiana come altre
specie legnose di interesse economico (castagno, bagolaro, noce). È presente in tutte le regioni
d'Italia, spontaneo o coltivato, dal livello del mare a 800 m circa, anche come piccolo arbusto su