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composti azotati, da neutri a subacidi, dal livello del mare alla fascia montana superiore. È una
pianta non longeva che vive circa 50 anni, da cui si possono estrarre varie sostanze, tra cui tannino,
saccarosio, olio essenziale, coloranti, cera e resine; per questo è utilizzata nella medicina popolare. I
fiori sono usati per preparare bevande, i frutti per sciroppi, marmellate, succhi e liquori; le foglie
sono invece tossiche. Il nome generico deriva dal greco 'sambuke', uno strumento musicale costruito
con legno tenero; il nome specifico si riferisce al colore nero dei frutti. Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
Tilia
sp.
I
tigli
appartengono a un genere che comprende una trentina di specie diffuse nelle regioni
temperate dell'Emisfero Nord. Quasi tutte sono in grado di ibridare tra loro, e i tigli che vengono
piantati in parchi, giardini e viali sono spesso degli ibridi di non facile identificazione. L'ibrido più
comune è
Tilia
×
europea
L., che deriva dall'incrocio tra due specie selvatiche
T. cordata
e
T.
platyphyllos
e che presenta caratteri intermedi tra esse, ma esistono anche ibridi che coinvolgono
specie non europee, soprattutto
T. americana
L., e che spesso vengono designati con il nome
collettivo di
'Tilia hybrida'
. I fiori e le brattee sono usati in erboristeria per la preparazione di tisane
calmanti ed emollienti Il legno è usato per lavori di falegnameria e tornitura. I Romani utilizzavano
la scorza dei tigli, tagliata in strisce, seccata e successivamente macerata, per ricavarne delle fibre
usate nella fabbricazione di corde, tessuti e nella preparazione delle 'vincula tiliae', bende per
fasciare le ferite. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva dal greco 'ptilon' (ala), in
riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da ala durante la disseminazione facilitata
dal vento. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Ulmus minor
Mill. subsp.
minor
L'
olmo comune
è un albero dell'Europa meridionale presente, con due sottospecie, in tutte le
regioni d'Italia. Cresce in boschi di latifoglie decidue e nelle siepi, su suoli argillosi, ricchi in basi e
in composti azotati, da freschi a periodicamente sommersi, dal livello del mare alla fascia montana
inferiore. Tende a ibridarsi facilmente con l'olmo montano. Il legno, di colore bruno, è molto
robusto, duro e resistente a trazione e compressione; viene utilizzato per articoli sportivi, sedie,
pavimenti ecc ed è anche molto resistente alla prolungata immersione in acqua. In passato la scorza,
ricca di tannini e sostanze coloranti, veniva usata per tingere di giallo le lane e le conce speciali.
Negli ultimi decenni gli olmi nostrani sono stati colpiti da una grave malattia, la grafiosi, causata
dal fungo ascomicete
Ceratocystis ulmi
; il micelio, veicolato da coleotteri Scolitidi che scavano
gallerie tra il legno e la corteccia, provoca la chiusura dei vasi conduttori e quindi l'essiccazione
della pianta. Il nome generico era già in uso presso i Romani, quello specifico si riferisce alla
minore dimensione delle foglie rispetto all'olmo montano. Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
Viburnum opulus
L.
Il
viburno palla di neve
è un albero spontaneo in Europa, Asia e Africa nord-occidentale, presente
in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in Puglia, Calabria e forse Valle d'Aosta, ma più
diffuso nelle regioni settentrionali. Cresce in boschi umidi alveali di latifoglie decidue, nelle
pioppete e nelle siepi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. È una pianta rustica e facile
da coltivare, utilizzata per la formazione di siepi in interventi di rinaturalizzazione e per scopi
ornamentali; in questo caso è ampiamente coltivata la cultivar 'roseum', con infiorescenze globose
costituite interamente da fiori sterili. Tutte le parti della pianta, compresi i frutti, sono tossiche. Il
nome del genere è molto antico e di etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino 'viere' (legare,
intrecciare), con allusione alla flessibilità dei rami di alcune specie, utilizzati un tempo per costruire
ceste, oppure da 'vovorna' (dei luoghi selvatici); il nome specifico era utilizzato dai Romani per
indicare un acero, probabilmente l'acero campestre, localmente chiamato tuttora 'opi', e si riferisce
alla somiglianza delle foglie lobate con quelle dell'acero. Periodo di fioritura: maggio-giugno.