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Abies pinsapo
Boiss.
L'abete di Spagna è un albero originario della Spagna meridionale
(la varietà tipica) e del Marocco settentrionale (la var.
marocana
,
talvolta considerata specie a sé stante). Attualmente in Italia è usato
a scopo prevalentemente ornamentale in parchi e giardini. Nell'Orto
Botanico di Torino la specie è di recente coltivazione, introdotta nel
1998 in seguito ad abbattimento per ragioni di sicurezza di un
esemplare di
Quercus ambigua
. Attualmente è presente con un
unico esemplare. Il nome generico era già in uso presso i Romani e
forse deriva dal greco 'abios' (longevo), oppure dal latino 'abire'
(andarsene), forse in riferimento alla grande altezza; quello
specifico deriva dal nome comune di questa specie usato nella sua
zona d'origine. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Acer opalus
Mill. subsp.
opalus
L'acero opalo è una specie dell'Europa sudoccidentale, presente con
due sottospecie in tutta Italia salvo che in Valle d'Aosta, Trentino-
Alto Adige, Veneto e Sardegna; la sottospecie nominale ha
distribuzione più ristretta, essendo limitata ai rilievi dal Piemonte
all'Appennino Tosco-Emiliano. Nell'Orto Botanico di Torino la
specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1821.
Attualmente è presente con un unico esemplare di diametro
piuttosto rilevante, pari a circa 52 cm, tale da avere i requisiti per
l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di Torino
secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e
sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo
Regolamento del Comune di Torino. Cresce in cerrete e boschi
misti mesofili. L'utilità e gli impieghi di quest'acero sono volti alla
lavorazione del legno. Il nome generico era già in uso presso i
Romani, e deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in
riferimento al fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico, era usato per la fabbricazione di
lance; il nome specifico è di etimologia incerta: potrebbe riferirsi all'opale e alludere al colore delle foglie. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile.
Aesculus hippocastanum
L.
L'ippocastano è un albero ornamentale che può raggiungere i 30 m,
originario di un'area ristretta della Penisola Balcanica. Fu introdotto
nel 1576 da Charles de L'Écluse (Clusius) nei giardini imperiali di
Vienna e da qui, a distanza di tempo (sec. XVIII-XIX), venne
distribuito attraverso i semi in tutto il territorio dell'Impero Austro-
Ungarico; per tale motivo risulta tradizionalmente impiegato
soprattutto nell'Italia settentrionale. È coltivato in viali, parchi e
giardini, a volte comparendo allo stato subspontaneo nei boschi
termofili della fascia collinare. Nell'Orto Botanico di Torino la
specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1821.
Alcuni esemplari sono stati acquistati dal vivaio Burdin di Torino
nel 1851. Attualmente sono presenti due alberi di diametro piuttosto
rilevante, il più grande pari a circa 100 cm, tale da avere i requisiti
per l'inserimento tra gli alberi monumentali della città di Torino
secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con L.R. n°4 del 2009) recepita dal
relativo Regolamento del Comune di Torino. Entrambi gli esemplari potrebbero essere stati messi a dimora a metà '800
se non addirittura nei decenni precedenti. Nel verde pubblico torinese la specie è la quarta maggiormente rappresentata ,
con circa 4.000 esemplari. I semi, velenosi per effetto dei saponosidi che contengono, vengono talvolta consumati per
errore perché scambiati per castagne o ritenuti commestibili come queste ultime. La pianta è usata a scopo farmaceutico
(antiemorroidario), cosmetico e tintorio; i semi, schiacciati e pestati, erano impiegati per la produzione di sapone,
specialmente in tempo di guerra. Le alberature sono oggi attaccate da un lepidottero (
Cameraria ohridella
) che causa il
precoce appassimento delle foglie. Il nome generico era già in uso presso i Romani (Virgilio), che però con esso
designavano una quercia; il nome specifico deriva dal greco 'híppos' (cavallo) e 'kástanon' (castagna), per l'aspetto dei
frutti a forma di grossi ricci a spine deboli e fragili contenenti grossi semi simili a castagne, utilizzati in Oriente come
alimento per i cavalli. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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