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tanto che in passato il mestiere del 'carbonaio' era molto diffuso sulle montagne appenniniche. I semi (faggiole)
venivano un tempo utilizzati sia per l'alimentazione umana che degli animali domestici, soprattutto maiali, ma sono
debolmente tossici per il contenuto in saponine e acido ossalico. Il faggio, albero longevo che può vivere diverse
centinaia di anni, viene spesso utilizzato anche come pianta ornamentale nei parchi, con diverse cultivar. Il nome
generico è quello utilizzato dagli antichi Romani; il nome specifico, dal latino 'sylva' (selva), si riferisce all'habitat
boschivo e al ruolo dominante nelle foreste di montagna. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
maggio.
Fraxinus ornus
L. subsp.
ornus
L'orniello è una specie a distribuzione eurimediterraneo-pontica
presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'Orto Botanico di Torino la
specie è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1821.
Alcuni esemplari vennero acquistati dal vivaio del Sig. Prudente
Bessone di Torino nel 1842 e nel 1844 se ne trova menzione nella
'Memoria dei frassini stabiliti nel boschetto determinati dal Sig.
Cavaliere Professore Giovanni Moris'. Attualmente sono in
coltivazione alcuni esemplari. Cresce in boschi aperti, nei mantelli,
su substrati sia calcarei che marnoso-arenacei, soprattutto con il
carpino nero, ma anche in boschi più maturi di querce, dal livello
del mare alle faggete termofile della fascia montana inferiore. In
Italia meridionale la linfa è utilizzata per la produzione della
manna, sostanza zuccherina contenente mannite con deboli
proprietà lassative, che viene estratta con incisioni praticate nella
corteccia e lasciata rapprendere all'aria. Il nome generico, già utilizzato da Plinio il Vecchio, deriva dal greco 'frasso'
(difendo), forse per l'uso dell'orniello come pianta per siepi; il nome specifico è quello usato per la pianta dai Romani.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Ginkgo biloba
L.
Il ginkgo è un albero deciduo che può essere considerato come un
fossile vivente: l'unica specie ancora sopravvissuta della famiglia
Ginkgoaceae
ma anche dell'intero ordine Ginkgoales e della
divisione delle Ginkgophyta. Originario della Cina, ove sono stati
rinvenuti fossili che risalgono all'era mesozoica, viene chiamato
volgarmente anche ginko, ginco e albero di capelvenere. La pianta
è stata ritenuta estinta per secoli, ma recentemente ne sono state
scoperte almeno due stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang
nella Cina orientale. Non tutti i botanici concordano però sul fatto
che queste stazioni siano davvero spontanee, perché il ginkgo è
stato estesamente coltivato per millenni dai monaci cinesi. In Italia
viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei parchi, senza
tendenza ad inselvatichire, dal livello del mare ai 600 m circa.
Nell'Orto Botanico di Torino la specie è stata citata per la prima
volta in coltivazione nel 1807 e nel 1812. Successivamente se ne trova menzione nel 1843 con la dicitura 'Ordine delle
conifere stabilite nell'Orto Botanico'. Attualmente sono presenti in coltivazione tre esemplari, di cui uno femminile e
due maschili, tutti risalenti probabilmente a metà '800. Il loro diametro è notevole, quello dell'esemplare femminile
supera gli 85 cm mentre uno di quelli maschili i 100 cm, tali da avere i requisiti per l'inserimento tra gli alberi
monumentali della città di Torino secondo quanto previsto dalla Legge Regionale n°50 del 1995 (e sue modifiche con
L.R. n°4 del 2009) recepita dal relativo Regolamento del Comune di Torino. Nel verde pubblico torinese fan bella
mostra di sé gli esemplari del Parco del Valentino e del Parco Michelotti. Il nome del genere deriverebbe dal cinese 'yin'
(argento) e 'xìng' (albicocca), che per un'errata trascrizione della forma giapponese 'ginky
ō
' da parte del botanico
tedesco Engelbert Kaempfer ha mutato la lettera y in g; il nome della specie deriva invece dal latino 'bis' e 'lobus' con
riferimento alle foglie spesso divise in due lobi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
Ilex aquifolium
L.
L'agrifoglio è una specie subatlantica presente in Europa ed Asia Minore, diffusa in tutta Italia in boschi misti mesofili,
con optimum nella fascia montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo. Nell'Orto Botanico di Torino la specie
è stata citata per la prima volta in coltivazione nel 1803 e nel 1821. Alcuni esemplari vennero acquistati dal vivaio del
Sig. Burdin di Torino nel 1845. Attualmente sono in coltivazione alcuni esemplari. È considerato una pianta magica fin
da prima dell'avvento del Natale cristiano, gli si attribuiva il potere di proteggere dai demoni e di portare fortuna. I suoi
primi utilizzi risalgono all'Irlanda, dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di usarlo per decorare le loro
abitazioni, tradizione poi passata ai popoli cristiani durante il periodo natalizio: la struttura della foglia infatti ricorda la
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